Se stai cercando un modo facile e pratico di inserire in casa (ma, ad esempio, anche in ufficio, in negozio, in palestra o nel tuo ristornate) del verde, ricordati che hai la possibilità di sfruttare le piante stabilizzate.
Amiche della natura, biodegradabili ed ecologiche, queste piante sono utili non solo per tutti gli amanti del verde in casa, ma anche per chi non ama particolarmente prendersene cura, oppure, per chi non ha dimestichezza in tal senso. Infatti queste sono piante che non necessitano di alcuna manutenzione e rimangono intatte per anni. Questo è possibile grazie a diversi processi che, attraverso soluzioni con glicerina o alcoliche, permettono di mantenere inalterate le condizioni di piante, alberi, foglie, muschi e fiori come al momento della raccolta o dell’inzio del trattamento. Inoltre, ne possono essere esaltati i colori naturali oppure essere modificati.
Ma perchè sceglierle?… Scopriamolo insime
Tutti i vantaggi delle piante stabilizzate
-Non richiedono manutenzione: lo abbiamo già detto, ma questa è una delle qualità che le rende una scelta ottimale. Il processo al quale sono sottoposte queste piante infatti le mantiene inalterate nel tempo, senza doversi preoccupare di acqua e luce. Questo implica anche che non ci si deve proccupare di scegliere e di garantire nel tempo il giusto terriccio o concime e che possono essere posizionate anche in punti particolari.
– Non crescono mai: eh già! Chi ha in casa le piante sa perfettamente quanto anche questo aspetto possa influire sulla scelta di una pianta e sulla sua gestione e posizionamento all’interno di una stanza.
Con le piante stabilizzate si possono invece creare composizioni o installazioni definendole al millimetro ed in modo che risultino sempre gradevoli ed equilibrate con gli altri elementi.
Inoltre, questo permette anche di scegliere alberi o piante da posizionare in angoli o in punti di passaggio, senza che diventino ingombranti oppure di ostacolo.
Senza contare che possono essere collocate in punti anche poco comodi come il soffitto o la parte alta delle pareti, senza appunto doversi preoccupare della loro crescita.
-Puoi scegliere varie soluzioni: In commercio ci sono molti tipi di piante, fiori, alberi, muschi e licheni (dalle specie più comuni a quelle più rare e particolari) che possono comporsi variando in colore, grandezza, forma e che che possono far nascere diversi “motivi” decorativi. Infatti, dai pannelli preformati o a quelli su misura, dalle composizioni eterogenee ed eclettiche a quelle più delicate ed uniformi, puoi contare su una pressochè infinita di possibilità di composizione e personalizzazione.
Tieni anche sempre in mente che non solo possono essere decorate porzioni o intere pareti, ma anche tavoli, quadri, lampade, specchi, mensole, divisori e molto altro!
– Matengono un forte impatto emotivo: come tutte le piante, anche queste riescono a dare importanti stimoli per il nostro benessere psico-fisico. Infatti contribuiscono a ridurre fortemente lo stress, aiutando il relax, la creatività, la concentrazione e la riconnessione con se stessi.
Quindi, senz’altro, questo aspetto può essere un ottimo incentivo per inserire questi elementi, dalle capacità multifunzionali, all’nterno della nostra casa.
-Posizionabile ovunque: seppur anche le piante non stabilizzate possono potenzialmente essere collocate in tutti gli ambienti di casa, compresa la camera da letto, è anche vero che avendo necessità chimico-fisiche specifiche è sempre necessario sceglierle con attenzione in base alle loro caratteristiche e necessità.
Ma ormai sappiamo che questo non è altrettanto vero per le piante stabilizzate che quindi potranno davvero vestire ogni angolo della tua casa dagli angoli più bui e nascosti fino al soffitto, senza nessun problema.
Attenzione solo ad alcune conidizioni che magari agevolano maggiormente alcuni tipologie di piante rispetto ad altre, regalando una resa ottimale e più longeva.
Ad esempio nel bagno sono ottimi i muschi, i quali garantiscono prestazioni estetiche migliori proprio grazie all’umidità presente in questo spazio della casa.
Piccoli consigli
Le piante stabilizzate pur avendo una buona longevità, sono comunque soggette a piccoli e lenti cambiamenti, soprattutto del colore, ma questo è precesso assolutamente fisiologico (perchè, dopotutto, niente è eterno). Per aiutare le tue piante a mantenersi belle nel tempo puoi adottare alcune acortezze sia prima dell’installazione che dopo.
–Evita di posizionare le tue piante stabilizzate a diretto contatto con la luce, quindi via libera anche ad ambienti molto luminosi, ma evita punti della stanza colpiti dai raggi diretti.
–Così come per la luce, tieni queste piante lontane dal calore diretto; termosifoni, camini, stufe tenderanno a non giovare alla loro resistenza nel tempo.
–Posizionale sempre in ambienti interni e mai all’esterno! Non sono infatti adatte a resistere alle variazioni di temperature e di condizioni meterologiche.
–Per togliere la polvere puoi trattarle con della semplice aria fredda e a bassa intensità (va benissimo anche il tuo asciugacapelli). Muovi delicatamente il flusso di aria dall’alto verso il basso ed il gioco è fatto… semplice no?!
piante stabilizzate e fai da te
Se hai un po’ di manualità e ti piace il fai da te, soprattutto se semplice, puoi personalizzare la tua casa ed i tuoi arredi anche da solo.
Acquistando infatti le singole piante stabilizzate potrai poi definire delle composizioni secondo i tuoi bisogni e le tue preferenze.
Ti basterà usare del silicone inodore per fissare le piante ad un supporto, o sulla superficie interessata, e creare quindi la tua composizione.
(foto Pinterest)
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Quando si definisce una camera da letto, molto spesso, soprattutto in ambienti non grandissimi, si tende a scegliere un armadio per riporre i propri vestiti e accessori. Non sempre però questa rappresenta l’unica soluzine, infatti, un’alternetiva di indiscusso e intramontabile fascino, è quella della cabina armadio, un’opzione che consente di razionalizzare gli spazi funzionali in modo concreto e pratico.
Da un punto di vista progettuale, inoltre, una cabina armadio permette di ridefinire dimensioni, forme e proporzioni di una camera da letto. Camere ad esempio troppo lunghe o dalle forme irregolari possono trasformarsi in ambienti più armonici e accoglienti grazie proprio alla rimodulazione spaziale.
Le dimensioni di una cabina armadio
Molto spesso si pensa che per creare una cabina armadio ci sia la necessità di avere a disposzioni stanze intere da adibire a tale funzione o comunque delle camere da letto molto grandi.
Ovviamente, poter contare su grandi spazi è una risorsa preziosa, ci permette, infatti, di creare cabine armadio comode ed estremamanete articolate, ma questo non vuol dire che ambienti più ristretti non possano comuque accoglierne una. Certo, sarà necessario avere a disposizione una definizione strutturale in grado di dare margine d’azione e almeno una parete completamente cieca, ma in linea di massima, se ci sono le condizioni strutturali, una cabina armadio può essere definita anche in soli 2 mq.
L’unica cosa alla quale si deve porre attenzione in realtà è la sua profondità. In generale si consiglia una profondità di almeno 120 cm, di cui massimo 60 per scaffalature, vani appendiabiti e cassettiere e 60 minimo per il passaggio. È il caso, ad esempio, di cabine armadio all’americana in cui le ante a filomuro una vola aperte rivelano dei vani abbastanza profondi da permettere di entrarci all’interno, oppure nel caso di camere piccoline in cui si vuole comunque ottenere una cabina armadio ma senza togliere troppo spazio al resto degli arredi.
Ovviamente più la profondità dello spazio aumenta, maggiori saranno il confort e le possibilità progettualistiche. Diciamo che per essere abbastanza comoda, con una sola parete adibita a cabina armadio potrai far affidamento ad uno spazio profondo almeno 150 cm di cui 90 cm per il passaggio.
Dove possizonare la cabina armadio
Tenuto in considerazione quanto detto fino ora, una cabina armadio potrebbe essere posizionata in vari punti della stanza, l’importante è che sia facilemente raggiungibile e che non ostacoli il movimento all’interno della camera.
Per rispondere a questi requisiti si potrebbero anche progettare sfruttando un angolo della stanza oppure lo spazio al disotto di un letto soppalcato.
Ma vediamo qui di seguito le collocazioni più frequenti all’interno di una camera da letto.
Cabina armadio di fronte al letto.
Questa disposizone è sicuramente tra le più diffuse. Offre viarie opportunità di gestione dello spazio nell’area fronte letto e si possono studiare diverse soluzioni.
Nel caso esposto qui, ad esempio, la definizione di una cabina armadio di fronte al letto, ha permesso di creare un’area guardaroba in uno spazio di difficile gestione, in una stanza dalle forme irregolari e che lasciava davvero poco spazio alla gestione degli arredi e alla loro collocazione. In più ha permesso di nascondere anche l’accesso al bagno privato che quindi ha acquistato maggiore riservatezza. In questo modo, il tramezzo di definizione della cabina ha consentito di posizionare anche un televisore di fronte al letto, e di ridefinire la forma della stanza.
Si può sfruttare la necessità di definire un bagno in stanza, per aggiungere una cabina armadio. In questo caso, ad esempio l’intervento si è basato su una ridistribuzione degli spazi strutturali dell’intero appartamento.
Si è quindi sfruttata la presenza degli scarichi di un secondo bagno presente precedentemente, per ridefinire un bagno privato e avere abbastanza spazio per far nascere una cabina armadio a ferro di cavallo. In questo mondo, ancora una volta la camera da letto è stata ulteriormente ridefinita riequilibrando gli spazi.
Nascondere il guardaroba è la motivazione più frequente quando viene richesta la cabina armadio.
Non volendo quindi delle armadiature è facile definire uno spazio dedicato al guardaroba, sfruttando poi il resto della stanza per creare un ambiente confortevole, accogliente, in cui potersi rilassare. Ecco che quindi una cabina armadio essenziale e poco ingombrante possa essere la risposta migliore a tali esigenze. In questo caso, La camera ha acquistato aspetto estetico, con una definizione minimale, lasciando spazio ad un’area dedicata esclusivamente al riposo e al relax.
Cabina armadio dietro al letto.
Quando le stanza lo permette, un’altra scelta possibile, è quella di posizionare la cabina armadio alle spalle del letto. Attenzione però, deve esserci abbastanza spazio nella stanza per collocare il letto e gli altri arredi, anche in relazione al posiozionamento di porta e finestre.
In una stanza stretta e lunga, potrebbe essere una soluzione quella di creare una cabina armadio sfruttando lo spazio alle spalle del letto. In questo modo sarà facile anche rieqilibrare i volumi e dare un aspetto più armonico alla stanza .
In questo caso, inoltre si è scelto di sfruttare una nicchia sulla parete di destra creando una scarpiera nascosta da una porta scorrevole esterna specchiata.
Come in questo caso, si può scegliere di lasciare a vista l’entrata della cabina, permettendo un passaggio più fluido all’interno del vano guardaroba e aiutandone anche l’areazione. In questo progetto specifico, poi, una maggiore areazione è stata assicurata anche da un muretto basso alle spalle del letto, sormontato da listelli di legno in grado di dar vita a delle feniditure da cui far passare l’aria.
Alle volte, è necessario connettere la cabina armadio non solo alla camera da letto, ma anche ad altre stanze, come il bagno o, come in questo caso, alla lavanderia. la committenza aveva bisogno di avere in stanza biancheria per la camera e di avere vani contenitori chiusi per esigenze personali, quindi di fronte al letto è stata comunque studiata un’armadiatura a ponte con vano per la tv, crando anche l’illusione di una camera dall’aspetto “tradizionale”. La cabina armadio, che è stata studiata in modo tale da ospitare una finestra al suo interno, risulta maggiormente concentrata sulle esigenze quotidiane e stagionali; è stata progettata sui due lati lunghi ospitando comparti per vestiti, cassetti, due scarpiere e specchio, mentre i due accessi laterali permettono un facile raggiungimento delle zone personali per ognuno dei due coniugi.
Anche nelle camerette può essere utile definire una cabina armadio. In questo caso, è stata presa in cosiderazione la definzione strutturale già presente che vedeva una rientranza parziale della parete. Piuttosto che sfruttare questo spazio per collocare il letto, si è optato per allargare la zona per definire proprio la cabina armadio, ed è stata creata un’area studio seminascosta, dando un aspetto minimale ed essenziale alla stanza, in cui il letto appare come elemento centrale. Questa volta, a chiudere la cabina armadio, un tendaggio leggero in lino fissato con un binario a scomparsa.
Cabina armadio laterale.
Seppur il posizionamento di una cabina armadio è più frequente davanti o dietro al letto, non è detto che siano le uniche opportunità. Si può scegliere quindi di sfruttare il laterale della stanza per creare una zona guardaroba.
Ad esempio, sfruttando la necessità di creare un’ampia zona studio per entrambi i coniugi e la volontà di mantenere parte degli arredi già presenti, è stato scelto di togliere l’armadiatura per definire l’area studio e di creare una cabina armadio posta lateralmente al letto , sfruttando anche la parte più bassa della stanza sottotetto.
In questo modo, è stata definita una cabina armadio con due ampie cassettiere già i possesso della committenza, creando poi due zone appendiabiti sormontate da mensole, in una definizione molto essenziale, ma in grado di rispondere a tutte le esigenze della committenza.
Ancora una volta la cabina armadio ridefinisce la stanza diminuendo il forte disequilibrio tra lunghezza e larghezza, mitigando anche la pendenza del soffitto e la percezione di chiusura suprattutto nella seconda metà della stanza.
Espresso desiderio della committenza è stato, in questo caso, quello di avere a disposizone una cabina armadio per la cameretta che fosse l’elemento principale della stanza. Dovendo dare, quindi, priorità alla cabina armadio piuttosto che al resto degli spazi funzionali, si è progettato un vano abbastanza comodo e ampio. Si è scelto, anche in questo caso, di lasciare a vista l’ingresso dando la possibilità di aprire agevolmente la porta finesta. Inoltre, con tale scelta, si è lasciato a vista l’ampio specchio, libero di ampliare la percezione dello spazio e di esaltare la luminosità dell’area, grazie proprio alla sua superficie riflettente. Una parete divisoria lasciata più bassa dell’alto soffitto, permetterà un’ulteriore passaggio dell’aria tra un’area e l’altra della camera. Inoltre, grazie al suo spessore, il tramezzo divisorio ha permesso la definizione di una nicchia laterale al letto che fungerà da piccola libreria e da “comodino”.
In questa stanza, data la posizione di porta e finestra e la volontà della committenza di ricavare una cabina armadio, è stato studiato lo spazio in modo tale da ricavare non solo un ampio vano guardaroba, ma anche un ambiente intimo per la zona notte. Il guardaroba, in questo modo, si presenta subito raggiungibile dalla porta di entrata della camera padronale. Una porta in vetro fumè a scorrimento esterno, e dettagli in metallo opaco, garantisce privacy all’interno della cabina armadio ma anche eleganza e raffinatezza. Internamente si presenta caratterizzata da un sistema di mensole, vani e cassettiere a vista, in metallo e legno di castagno, che consentono di riporre tutto facilmente ed avere libero e immediato accesso a quanto si necessita.
le varie disposizoni interne delle cabine armadio.
La definizione di una cabina armadio, come abbiamo visto, deve rispondere innanzitutto alle esigenze della committenza e alla natura strutturale della camera… ma all’interno come distribuire le strutture?
Il mio consiglio è sempre quello di partire dal domandarti e focalizzarti su cosa dovrà essere collocato al suo interno, quanti eventuali vani chiusi e/o cassetti dovranno esserci e se avrai bisogno di specchi, piani d’appoggio, isole interne (nel caso di cabine armadio dalle dimensioni generose), appendiabiti, poltroncine o sedute in generale. Solo analizzando le tue necessità potrai capire se dare priorità a vani per aste apendiabiti o a cassettiere o mensole.
A questo punto, si potrà procedere con andare a ipotizzare la distribuzione dei vani nello spazio.
Mentre una distribuzione particolareggiata degli elementi funzionali esprime necessariamente le personali esigenze di chi usufruirà della cabina armadio, per un posizionamento nello spazio, generalmente, si seguono degli schemi usuali, in base a capienza e forma della cabina, ma anche in base al punto di accesso e alla presenza di eventuali finestrature.
La tua cabina armadio potrà avere una
Distribuzione lineare.
Questo è il caso in cui tu abbia a disposizione un’ area stretta in cui sia necessario lasciare spazio sufficiente per il passaggio, o comunuqe nel caso in cui non si abbia abbastanza spazio per sfruttare anche la parete di fronte.
Distribuzione a “L”
Molto spesso, questa tipologia di definiizone di distribuzione degli arredi, è destinata a casi in cui due pareti su quattro siano dotate di aperture, oppure nel caso in cui sia necessario limitare l’ingombro per il passaggio ed il movimento all’interno della cabina armadio, o ancora, nel caso in cui si abbia la volontà di destinare il resto dell’area a sedute o ad altri elementi.
Distribuzione a ferro di cavallo.
Si può approcciare a questa distribuzione quando si ha la possibilità di garantire un’area centrale con un’ampiezza minima almeno di 60 cm. Ovviamente più ampio sarà lo spazio centrale e maggiore sarà il confort nel vivere questa’area e maggiore sarà anche la possibilità di arredarla con sedute o arredi centrali e accessori.
Distribuzione a pareti parallele.
Optando per lasciare uno spazio di passaggio confortevole, una cabina armadio potrebbe anche essere sviluppata occupando le due pareti laterali al vano di ingresso correndo, appunto, parallalamente. Generalente, questo permette di inserire uno specchio sulla parete di fondo oppure lasciare spazio ad una finestra, se presente. Ma questa potrebbe essere una soluzione idonea anche quando nella parete di fondo sia presente l’accesso al bagno o ad unl’atra stanza o nel caso in cui la cabina armadio si apra sulla camera da letto come nel caso sotto:
Le scelte stilistiche.
Lo sviluppo di una cabina armadio risiede non solo nella parte strutturale, ma anche in quella stilistica. Capire se vuoi tutto a vista, oppure se fanno per te maggiormente strutture solide con armadiature aperte (o chiuse), è solo il punto di partenza. Nonostante, infatti, stiamo parlando di qualcosa che il più delle volte, resterà nascosto e indipendente rispetto al resto della camera da letto, è assolutamente indispensabile per una massima resa estetica ed emotiva, che tu scelga con cura colori, finiture e materiali.
Accorda lo stile della tua cabina armadio con gli arredi della tua camera da letto, riproponendo anche solo qualche dettaglio, usa rivestimenti, colori o carta da parati per dare subito un tocco di personalità.
Scegli con cura materiali e colori di definizione dei vani interni, dal cartongesso, al legno, al metallo, ogni materiale saprà comunicare una specifica personalità alla tua cabina armadio.
Focalizzati sui dettagli come maniglie e pomelli, aggiungi un tappeto oppure una passatoia in pelo, negli ambienti più stretti, per regalare maggiore confort, oppure, ancora, posa la moquette.
Studia opportunamente anche il sistema di chiusura, dalle porte “classiche” a battente, alle porte a libro, oppure a scorrimento (sia interno che esterno), mentre puoi optare per i tentaggi se ami un risultato più confident. Ovviamente anche scegliere il materiale di realizzazione delle chiusure è fondamentale; dai vetri trasparenti a quelli fumè, acetati oppure decorati, ai legni, listelli e pannelli mdf verniciabili o rivestibili con la carta da parati o stoffa.
Nel caso di tentaggi sceglili morbidi e in tessuti naturali per un maggiore risultato confortevole o più strutturati per un effetto più ricercato.
Lo specchio dovrà sempre essere abbastanza grande da riflettere l’intera figura.
Potrai scegliere dei punti in cui inserire degli specchi aggiuntivi, magari ingrandenti utili per indossare gioielli e accessori. Inserisci ganci, appendiabiti, dettagli di decoro o, ancora, sedute comode e avvolgenti; tutto questo ti permetterà di vivere l’ambiente in maniera intima e personale.
L’illuminazione.
Fondamentale affinchè una cabina armadio sia frubile in maniera funzionale ed emotiva è curarne anche l’illuminazione.
Per una buona resa, dovrai modulare l’illuminazione in base alla forma e grandezza della tua cabina armadio, distribuendola su diversi piani di focalizzazione.
L’area dovrà innanzitutto contare su una buona illuminazione generale. La stanza, nel complesso, dovrà apparire ben illuminata in maniera diffusa, quindi parti sempre dall’ipotizzare una illuminzazione centrale che dia comunque un buon impatto visivo.
Che tu prediligga, ad esempio, strip led oppure lampadari o lampade a soffitto poco importa, l’importante è scegliere soluzioni in grado di diffondere bene e in maniera ottimale la luce, senza ostacolare il passaggio all’interno del vano guardaroba.
Illumina poi le macro aree funzionali. Infatti in base alla distribuzione degli arredi fai in modo che dall’alto nessuna zona sia all’ombra. Possono essere utilizzati, in questi casi, anche i faretti. L’importante è che l’illuminazione parta sempre dall’alto e che metta ben a fuoco le specifiche zone funzionali. Questo tipo di attenzione è utile soprattutto nelle cabine armadio di media e grande ampiezza, in cui la sola luce centrale non è sufficiente a raggiungere, appunto, le diverse macro aree.
Terzo livello di illuminazione è quello che si distribuisce sui microsettori della cabina armadio: appendiabiti, mensole, ma anche specchi o cassetti interni possono godere di una illuminazione specifica e altamente mirata che riesca a mettere in evidenza colori, stoffe e tutti quei dettagli importanti quando si sceglie un indumento oppure un accessorio.
Aspetto poi da tenere sempre in cosiderazione è la temperatura della luce. Ti consiglio ti optare per una luce naturale, in grado di far percepire in maniera più realistica possibile i colori di vestiti e accessori, soprattutto nel caso in cui non sia possibile far affidamento sulla presenza di finestre e quindi sulla luce naturale.
(Foto: Pinterest; disegni: Ri-Struttura)
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Eccoci qua! È arrivato il momento di scoprire insieme il colore Pantone che rappresenterà il nuovo anno!
Se ami i colori luminosi, allegri ma delicati e accoglienti … è decisamente il tuo anno!
Infatti il Peach Fuzz è tutto questo e molto altro! È un colore chiaro, dalle note romantiche, dolci e delicate. Porta con sè freschezza, ma allo stesso tempo quel tepore avvolgente che ti abbraccia e ti conforta.
Il suo significato psicologico
Questo è un colore che trasmetere note e percezioni intime derivate dalla sua natura multisfaccettata. Infatti, la sua particolarità, è che riesce a regalare sensazioni diverse che sanno mescolarsi sapientemente creando equilibrio emotivo.
È così che si riesce a connettersi intimamente con esso e con la sua naturalità.
Infatti, se da un lato l’impatto con questo colore ci porta a sperimentare entusiasmo ed ottimismo, sentendo tutta l’energia e la vitalità che porta con sè, dall’altra ci raggiungono immediatamente sensazioni di calma, candore, relax, invitando alla meditazione e a sperimentare dolcezza e tenerezza.
Questo è un colore che connette con l’amore, e con emozioni come fiducia e gratitudine. Insomma, se il tuo obiettivo è regalare tutto questo ai tuoi ambienti, e creare spazi dove prendersi cura di sè e coccolarsi può solo che essere un piacere e una grande opportunità, non hai che da scegliere dove e in quali proporzioni inserirlo (ti consiglio di guardare il video sulla regola del 60-30-10 , cliccando qui).
Come usarlo negli interni
La sua ricchezza percettiva, di cui abbiamo parlato fino ad ora, permette di utilizzarlo facilmente in tutti gli ambienti della casa, sposandosi perfettamente con ogni obiettivo funzionale, esaltando le caratteristiche di ogni elemento e di ogni spazio.
Ecco che quindi potrai inserirlo nella stanza per esaltarne la luminosità, rendendola gioviale e accogliente.
Anche definire spazi discreti ma con personalità, sarà facile grazie all’aggiunta di pochi e piccoli dettagli. Sarà il Peach Fuzz a dare carattere e a rendersi protagonista indiscusso della stanza.
È un colore, questo, che si presta non solo a diversi ambienti, ma anche a diversi stili.
Che tu scelga di utilizzarlo sulle pareti come pittura o rivestimento, oppure di inserirlo attraverso gli arredi o complementi, potrai dare facilemente personalità alla tua casa.
La sua esaltazione naturale, poi, passa attraverso la scelta di forme morbide, sinuose e tondeggianti, mentre regala freschezza e contemporaneità alle linee più rigide e minimali.
Come abbinarlo in casa
Se ti stai chiedendo come come abbinarlo in casa, ti darò alcuni suggerimenti utili.
Usalo:
Con il legno: questa è un’alleanza imbattibile. Che sia legno chiaro o scuro non importa, l’intero ambiente risulterà subito “casa” .
Seppur in grado di accordarsi con tutti i legni, prediligili freddi o rossicci, i primi esalteranno la freschezza del Peach Fuzz, i secondi daranno accento al calore di questo colore.
Ovvaimente valgono anche accostamenti con complementi in iuta, in corda naturale, in bambù e in paglia, o comunque con materiali lignei e naturali.
Con il verde: Se vuoi creare un abbinamento che sappia regalarti relax ed armonia emotiva, questo è il colore giusto.
Puoi scegliere diverse tonalità di verde, tutte ti daranno degli ambienti equilibrati e sapranno esaltarli.
Tonalità di verde più polverose o fredde ti daranno risultati soft e delicati. Tonalità più brillanti come il verde foresta, creeranno ambienti giocosi ed ergetici.
Infine, verdi intensi come il verde pino, ti permetteranno di esaltare il carattere e la profondità emotiva di una stanza.
Con il Blu: anche questo abbinamento saprà stupirti piacevolmente.
Il blu sa essere riequilibrante e meditativo, o rafforzativo e brillante, e con le sue caratteristiche accentuerà sia i fattori energizzanti che calmanti e rasseneranti intrinsechi del Peach Fuzz.
E tutto dipenderà dal tipo di blu che sceglierai, infatti potrai muoverti tra le diverse tonalità, dal turchese ai blu e celesti polverosi, fino a colorazioni più scure e profonde.
Con il grigio: Anche il grigio è un colore che si presta bene ad essere associato al Peach Fuzz, soprattutto se miri a creare ambienti in cui l’esaltazione dell’eleganza, della sofisticatezza e della calma sono l’obiettivo principale.
Associa il colore dell’anno a grigi chiari se vuoi esaltare la luminosità dell’ambiente, mentre, scegli grigi scuri se vuoi accentuare il carattere e dare maggiore definizione allo stile scelto.
Con il Bianco: Riesce ad esaltare facilmente qualsiasi colore. In questo caso è capace di dare accento alla purezza e al candore del Peach Fuzz, esaltandone ulteriormente la luminosità e creando spazi otticamente ampi, equilibrati, ordinati.
Puoi scegliere bianchi ottici e freddi per dare risalto al rigore che diventa però “giocoso” grazie all’introduzione del Peach Fuzz, oppure puoi usare bianchi più caldi per esaltare il senso di calore e accoglienza della stanza, senza bbandonare quel senso di luminosità e candore che si creano. Ovviamente valgono anche sfumature che virano verso l’ecrù, il corda e l’avorio.
Con i Rossi: Sbizzarrendoti con le tonalità e le diverse sfumature, puoi creare ambienti eclettici oppure sofisticati. Dal fragola al bordeaux, dal borgogna al mattone puoi scegliere l’abbinamento perfetto per la tua casa.
Con l’Arancione: Se sei alla ricerca di abbinamenti particolari fino a definire ambienti un po’ più “estermi” ed eclettici, usa l’arancione, saprà trasferire energia e forza visiva ai tuoi ambienti.
L’arancione infatti è il colore della creatività e che tu lo scelga come colore principale o voglia inserirlo solo in alcuni punti, il risultato sarà interessante, fantasioso e allegro.
Ottimo negli ambienti della zona giorno o negli studi, saprà stupirti.
Se vuoi equlibrare e mitigare l’effetto che questi due colori daranno all’ambiente, opta per inserire dei tocchi di verde. Se vuoi, invece, esaltarne l’effetto inserisci del bianco.
Per risultati estremamente eclettici associa questi due colori, con un blu, ad esempio, un fuxia, un viola o un giallo. (Questi colori sono validi anche come singole associazioni con il Peach Fuzz)
Con il Rosa: Insolito ma sicuramente d’effetto. Puoi usare diverse tonalità di rosa, da quelle più chiare e delicate, a quelle più decise e intense.
Per dare maggiore luminosità usa i rosa chiari, come il rosa confetto o similari. Questo darà anche maggiore risalto alla componente arancione del Peach Fuzz. Per enfatizzare la sua luminosità, invece, usa rosa “barbie”.
Il Peach Fuzz ed i metalli
Incursioni metalliche in corrispondenza di cucina e bagni, o che vanno a caratterizzare gli arredi, come sedie e mobili, sono in grado di definire e maggiorare gli effetti che questo colore ha sugli ambineti.
Acciaio e metalli cromati accentuano sicuramente la luminosità di questo colore e allo stesso tempo danno rigore all’ambiente.
Metalli, o finiture,come ottone e rame, non solo esaltano il calore dell’ambiente ma regalano atmosfere dalle note vintage o provenzali.
Metalli oro, invece, aiutano non solo a definire aspetti come luminosità e calore della stanza, ma aiutano a creare stili eleganti e di carattere.
Scegli invece di associare elementi con finitura in oro rosa se vuoi esaltare l’avvolgenza e la femminilità tipici del Peach Fuzz.
Qualche idea in più
Qui di seguito troverai una selezione di palette colori, in questo modo sarà più facile progettare i tuoi ambienti. Parti sempre da un colore principale, e quindi presente in maggior percentuale all’interno della stanza, e distribuisci poi gli altri colori in proporzioni sempre minori . Non importa che il Peach Fuzz sia il protagonista oppure sia presente in picocli accenni, il risultato sarà sempre un ambiente coinvolgente, accogliente, fresco e stimolante!
(Foto Pinterst)
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Quando ci si trova a dovere scegliere il tavolo per la cucina o per la sala da pranzo, spesso è facile sentirsi un po’ sopraffatti. Non sempre, infatti, è facile sapersi districare tra i vari modelli, finiture e dimensione e riuscire a capire quale tavolo possa davvero “star bene” nella nostra stanza. Al contrario, può anche capitare di fare una scelta affrettata senza considerare alcuni fattori e seguire esclusivamente le nostre inclinazioni personali. Il risultato? Ci si potrebbe trovare nella condizione di dover collocare un tavolo già acquistato e che risulti troppo grande o troppo piccolo, ad esempio, oppure dalla forma poco armonizzata o dai colori o finiture errate.
Ecco perché conosceremo e analizzeremo alcuni aspetti da non sottovalutare nella scelta del tavolo, in modo tale che risulti soddisfacente per noi ma che sia anche armonico rispetto al resto della stanza.
LA FORMA
Uno dei fattori che maggiormente influenza il selezionare un tavolo piuttosto che un altro è la sua forma. In commercio, potrai trovare tavoli quadrati, rettangolari, rotondi ed ovali.
Opzioni più particolari e generalmente personalizzate, possono poi completare il quadro generale, e mi riferisco a tavoli dalle forme irregolari o a foglia, o ancora triangolari, o che siano in grado di modificare la propria forma, una volta espansi.
Insomma, il mercato offre tantissime possibilità di scelta in grado di rispondere a diverse esigenze, sia funzionali che stilistiche.
LE DIMENSIONI
Secondo criterio di selezione, è rappresentato dalle dimensioni. Esistono diverse misure alle quali far riferimento e, tendenzialmente, in relazione alla loro forma, tutti i tavoli tendono a garantire uno spazio di superficie a seduta ( e quindi a persona) di circa 60 cm di lunghezza e di circa 40 cm di profondità.
In queso modo ogni commensale avrà uno pazio sufficiente per muoversi e mangiare in comodità e nel rispetto dello spazio personale altrui.
Ricordati che potrai trovare in commercio dimensioni differenti corrispondenti allo stesso numero di persone ospitabili, per scelte funzionali e di design.
CRITERI DI SCELTA
Se la forma e le dimensioni sono un fattore altrettanto basilare, così come il suo design, è altrettanto importante coniugare tutti questi parametri tra loro e considerare l’ampiezza dell’area a cui sarà destinato. Tenendo a mente questa regola potrai scegliere il tavolo giusto, ma soprattutto affrontare tale scelta in modo consapevole e sereno.
1.CORRELAZIONE TRA SPAZIO E DIMENSIONE DEL TAVOLO.
Come abbiamo appena detto, lo spazio in cui sarà posizionato il tavolo è qualcosa che dobbiamo tenere a mente, e direi che è prorpio il nostro punto di partenza per non commettere errori.
Ricorda, infatti, il tavolo dovrà risultare proporzionato. Per aiutarti in questo, tieni anche a mente che il tavolo dovrà rispettare delle distanze minime sia da elementi strutturali, che dagli arredi.
Quindi, ad esempio, mentre in prossimità di una parete o di un mobilio, come ad esempio una consolle, una distanza minima di 70 cm potrebbe risultare sufficiente, nel caso della presenza di un divano, consiglio di lasciare uno spazio non inferiore al metro.
In cucina, laddove il tavolo sia posizionato vicino ad una penisola o ad un’isola, consiglio di lasciare almeno 120 cm; 135 cm se il tavolo è collocato vicino agli elementi base della tua cucina.
Essitono ovviamentedei casi in cui il tavolo possa essere posizionato o attaccato al muro, o in contatto con l’isola o la penisola della cucina. In questi casi, ovviamente si dovrà semplicemente rispettare la regola di distanza che meglio si presti a garantire un comodo passaggio in corrispondenza degli altri lati del tavolo.
In questo modo sarà anche più seplice capire le dimensioni massime che il tuo tavolo potrà avere. Nel caso in cui lo spazio non ti permetterà di scegliere un tavolo che soddisfi le tue esigenze in fatto di posti a sedere, potrai sempre optare per tavoli allungabili, ad esempio, che all’occorrenza possano avvicinarsi maggiormente ai tuoi bisogni, ma che mantengano negli altri momenti della giornata dimensioni equilibrate.
2.CORRELAZIONE TRA SPAZIO E FORMA del tavolo.
Una volta studiati il punto di collocazione e le dimensioni massime del tuo tavolo, sarà più facile capire se potrebbe maggiormente fare al tuo caso un tavolo rotondo, quadrato, rettangolare, ovale…etc. Questo perchè la forma di un tavolo influisce sulla spicologia della percesione dello spazio, definisce equilibrio visivo e funzionale.
Nel caso di pareti oblique e di spazi irregolari, ad esempio, sarà possibile dare armonia e proporzione tramite un tavolo rotondo. Inoltre, i tavoli di questa tipologia ti permetteranno di recuperare spazio, in quanto meno ingombranti. Quindi un tavolo rotondo occuperà meno spazio portando lo stesso numero di posti a sedere rispetto ad un tavolo rettangolare della stessa portata, ponendosi come altra ottima soluzione per ambienti piccoli. Ottimo anche nel caso in cui questo debba essere posizionato nell’angolo tra due pareti della stanza.
In questo ultimo caso, si potrebbe anche scegliere un tavolo quadrato, che come quello rotondo, tende a favorire la convivialità tra i prenseti. Ottimo anche nel caso in cui una divisione mentale dello spazio sia necessaria per riequilbrare le proporzioni, offrire rigore e minimalismo, e per definire proprio una suddivisione delle aree funzionali, come negli open space.
Il tavolo ovale ti permetterà di avere tutti i vantaggi emotivi e strutturali di un tavolo rotondo, e come quest’ultimo, potrai contare sull’assenza di spigoli. Avrai la possibilità di sfruttare lo spazio in lunghezza offrendo sempre linee molto eleganti e discrete. Sicuramente è più adatto e riesce meglio ad enfatizzare ambienti più grandi, ma non senza eccezioni, dove sarà invece necessario prorpio sfruttare la lunghezza mantenedo però morbidezza e sinuosità visive.
I tavoli rettangolari si prestano ad essere posizionati o in ambienti ampi e regolari, o dove è necessario garantire rigore nelle linee di ingombro, ma sono anche quelli più adatti ad essere posizionati adiacenti ad una parete o ad un arredo.
3. CORRELAZIONE TRA AMBIENTE ED ESTETICA
Ovviamente anche l’estetica è un fattore che non può essere lasciato indietro.
Il tavolo giusto dovrà, nel suo design, nelle finiture e/o nel colore, essere coerente con il resto dell’ambiente circostante, e andrà ad esaltare lo stile scelto per la tua cucina o la tua zona pranzo. Questo non vuol dire che dovrà necessariamete ricalcare lo stile degli altri arredi, ma che dovrà semplicemente creare una “scena” armonica d’insieme. Via libera, quindi, anche a contrasti, ma che siano equilibrati e contestualizzati.
Quindi dovrai sceglierlo in modo tale che non vada né a sparire né a sovrastare l’ambiente, regalando personalità e carattere distintivo all’area a lui destinata, enfatizzando al contempo gli altri arredi.
Ogni particolare o caratteristica distintiva può fare la differenzala, quindi accertati che gambe, decori, materiale, spessore del piano, etc. , siano davvero in equilibrio tra loro e con la stanza.
A questo punto non c’è che da correre a scegliere il tavolo giusto per te e la tua casa!
Quando si pensa alla scelta della luce è molto probabile che si tenga in considerazione un’inclinazione personale, che porti a scegliere una luce fredda o calda assecondando i propri gusti… ma ti sei mai chiesto perché esistono diversi tipi di luce?
Nella progettazione degli spazi la luce gioca un ruolo fondamentale nella resa ottimale spico-fisica di un ambiente.
Questo si traduce in capacità di vedere in modo appropriato un dato ambiente e di viverlo in modo confortevole, in base alla sua funzione, ma anche di definirlo in modo appropriato, esaltandone forme, colori, texure e finiture, enfatizzando la sua percezione emotiva.
Quindi diversi ambienti e aree funzionali possono essere correttamente illuminati attraverso diverse tipologie di luce.
Quanti tipi di luce ci sono?
Spesso si è abituai a pensare al colore della luce considerando solo due varianti: la luce calda e quella fredda.
In realtà tra queste due tipologie esiste quella di temperatura “neutra“, una luce molto simile a quella naturale e tendente al bianco.
Come si riconoscono le diverse tipologie di luce?
Sicuramente la prima cosa utile per riconoscere una tipologia di luce è l’impatto visivo… le luci calde hanno una colorazione virante verso il giallo-arancio, mentre quelle fredde hanno una colorazione bianca-blu.
Un altro metodo più “tecnico” è quello di controllare i gradi Kelvin, che appunto misurano la temperatura di colore della luce.
Maggiore sarà il numero di gradi kelvin e più ci si avvicinerà alla luce fredda, al contrario, naturalmente, si andrà verso una luce più calda, passando per una luce neutra.
In generale, si considererà la luce come calda a partire dai 3300 K . Scendendo di gradazione si avrà una luce sempre più calda, a salire si arriverà ad una luce neutra che verrà considerata tale fino ai 5300-4000 k, per passare poi ad una luce sempre più fredda.
Perché affidarsi a gradazioni differenti di luce?
Abbiamo già accennato al fatto che una buona illuminazione permette di vivere in modo adeguato e soddisfacente un dato ambiente, ma cerchiamo di capire perché.
La percezione di un dato colore è data dalla capacità di quel determinato oggetto, o superficie, di riflettere e di assorbire la luce.
Ed è anche la stessa natura della luce a contribuire ad un effetto visivo specifico. Questo significa che un oggetto, o una superficie, potranno essere percepiti in modo diverso a seconda del tipo di luce che li raggiungerà. Condizioni differenti di illuminazione daranno un risultato percettivo ed emozionale diversi, anche dell’intero ambiente.
(foto Pinterest)
Quindi trovandoti di fronte alla necessità di scegliere una data temperatura di luce tieni sempre in mente quale effetto visivo vorrai raggiungere.
Quale tipo di luce scegliere per i tuoi ambienti
Se è vero, che la luce e la sua temperatura sono fattori così importanti, é altrettanto vero, scegliere la luce giusta per ogni ambiente. E per fare questo, la cosa più semplice sarà quella di tenere a mente le caratteristiche emozionali delle diverse temperature di luce. Infatti mentre la luce calda tende a trasmettere confortevolezza e relax, la luce fredda è notevolmente stimolante nei confronti della concentrazione e della produttività. La luce neutra invece, ha in sé caratteristiche dell’una e dell’altra tipologia di luce, permette di trasmettere agli ambienti calore emotivo e di facilitare l’attenzione.
In linea di massima quindi, sarebbe opportuno scegliere una luce calda in tutti quei punti della casa in cui è necessario conferire un’atmosfera accogliente e confortante, come la camera da letto oppure il soggiorno, ad esempio. In stanze come il bagno o la cucina è importante focalizzarsi almeno in alcune zone specifiche, su una luce funzionale, come quella fredda, oppure optare per una luce neutra, adattissima anche in zone come corridoi ed ingressi.
Attenzione però, perché in realtà queste sono solo delle indicazioni di base che generalizzano alquanto l’utilizzo di una determinata tipologia di luce. Molto spesso infatti potresti trovarti nella condizione di dover ragionare per microaree funzionali piuttosto che per stanze uniche. Nel soggiorno infatti potresti, ad esempio, scegliere una luce neutra generale e in aree come quella del divano, preferire una luce più calda. Stessa cosa per un bagno dove potresti optare tranquillamente per una luce calda in zone come la doccia, e poi in corrispondenza dello specchio scegliere una luce neutra o fredda. Senza poi contare che nella scelta della luce gioca un ruolo fondamentale anche lo stile di arredo scelto… un ambiente con arredi ad esempio moderni oppure minimali, con colori a predominanza freddi, potrebbe essere maggiormente enfatizzato da una luce che può variare dal freddo al neutro, mentre per stili più caldi con predominanza di legno e tessuti naturali, potrebbe adattarsi meglio una luce calda o al massimo naturale.
(foto Pinerest)
La luce naturale, come incide nella scelta della luce?
Altro fattore da non sottovalutare mai è la luce esterna, quella naturale, che è la prima fonte di illuminazione di un ambiente.
È importante infatti partire proprio da questa per definire una illuminazione artificiale ottimale e davvero funzionale mirata all’esaltazione di una stanza e del suo utilizzo.
Infatti un ambiente ben illuminato dalla luce esterna, avrà necessità di una sola luce accessoria, focalizzata, ad esempio, in punti in cui si necessiti di concentrazione o che serva soltanto ad illuminare nelle ore serali senza essere troppo invadente. Al contrario un’area scarsamente raggiunta dalla luce esterna avrà necessità di una progettazione illuminotecnica mirata a compensare ogni deficit di base e a rispondere, quindi, alle diverse esigenze funzionali ed emotive che si vadano a presentare durante le diverse ore della giornata.
La luce dinamica
Non si può parlare delle temperature della luce senza parlare della luce dinamica. In commercio esistono lampade, lampadine e strip LED in grado di passare gradualmente per le diverse temperature di luce adattandosi alle differenti esigenze di vivere un dato ambiente durante la giornata. La luce dinamica, quindi, facilita la progettazione luminosa di un dato ambiente, regalando una flessibilità e un’autonomia notevolmente preziose.
Un consiglio in più: Opta per una illuminazione che non solo sia dinamica, ma anche dimmerabile (qui puoi scoprire meglio cos’è) in questo modo il controllo sulla tua illuminazione sarà totale!
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È una scelta che sempre più caratterizza la ristrutturazione di un bagno o la sua definizione, e se ti stai chiedendo se sia davvero una scelta vincente vediamo insieme perché farsi influenzare da dubbi e false critiche non è la cosa migliore.
Innanzitutto…
In quali casi è vantaggioso inserire progettualmente una finestra all’interno del box doccia?
In prima battuta direi che scegliere di servirsi dell’area davanti ad una finestra per definire un box doccia, permette di avere la possibilità di utilizzare spazio altrimenti non sfruttabile e di ottimizzare il posizionamento di sanitari e arredi.
Inoltre, in questo modo, il bagno potrebbe facilmente apparire più ampio, proporzionato ed equilibrato.
Questa poi è una soluzione che si presta notevolmente in bagni stretti e lunghi, quadrati oppure di piccole dimensioni in generale, come i bagni di servizio, dove la percezione può apparire migliorata, sfruttando davvero tutto lo spazio a disposizione e, cosa molto importante, evitando, eventualmente, un’areazione forzata.
Un altro vantaggio è quello di poter definire un box doccia più grande, alle volte di molto, rispetto a quello realizzabile attraverso scelte di progettazioni differenti.
Condizione necessaria, sono poi le pareti di definizione del vano doccia in vetro, eliminando così impedimenti visivi, ed esaltando la luminosità della stanza.
In conclusione, direi che perseguendo questa scelta, il bagno potrebbe davvero guadagnare in praticità e armonia funzionale e visiva.
Come rendere davvero funzionale un vano doccia con finestra al suo interno?
Ci sono solo poche accortezze da seguire in questo caso. La prima, e sicuramente la più importante, è quella di scegliere gli infissi giusti. Infatti la paura maggiore per chi ha dubbi nello scegliere questo tipo di soluzione, è quella che le finestre possano facilmente rovinarsi.
Ma installando finestre in alluminio, in metallo, o in PVC non ci saranno assolutamente rischi di danneggiamenti sia estetici che funzionali. Opzionando poi le finestre con aperture a vasistas, potrai ulteriormente rendere più pratico e funzionale l’uso della finestra stessa.
Sceglile, poi, con superfici lisce in modo tale da permettere all’acqua di scivolare facilmente e di non ristagnare.
E se le finestre fossero in legno? Nessuna paura, basterà, ad esempio, installare delle tende idrorepellenti o dei pannelli in vetro che possano essere richiusi sulla finestra all’occorrenza, e che possano anche impedire la visione dall’esterno del tuo bagno.
Un altro accorgimento utile, è quello di optare per la definizione di una nicchia nella quale incassare la finestra. Questo la proteggerà dal getto diretto dell’acqua.
Per proteggere la tua privacy, inoltre, basterà o mettere in atto gli accorgimenti già descritti sopra, come una tenda oppure un vetro richiudibile, oppure semplicemente potrai scegliere per la tua stessa finestra vetri satinati o acidati.
Rimanendo, poi, sempre in tema “tende”, ottime soluzioni possono essere le tende a rullo o le veneziane, che in alcuniserramenti sono già inseriti internamente, tra un vetro e l’altro.
E per bagni in mansarda o in soppalchi?
Anche in questo caso potrai avvalerti di una finestra in doccia… spostandola in alto! In questo modo otterrai un box doccia suggestivo e di carattere. Il consiglio è quello di creare un box doccia con parete in vetro apribile o di progettarlo in modo tale da garantire un buon flusso di aria che possa muoversi all’interno dell’intera area e non rimanere bloccato nel vano doccia.
Uno dei materiali più versatili che caratterizzano sempre di più il mondo delle ristrutturazioni è il Microcemento, un rivestimento a base cementizia in cui vengono mescolati polimeri e pigmenti naturali. È in grado di essere steso in pochi millimetri di spessore, creando una distesa omogenea e senza giunture, regalando facilmente agli ambienti carattere, materialità e fascino.
Dove applicare il Microcemento?
L’impiego di questo tipo di rivestimento può spaziare facilmente tra ambienti e superfici differenti. Può essere steso sia su pavimenti che su pareti e nel caso di riscaldamento radiante, essendo caratterizzato da una elevata conducibilità termica, si presta come un valido alleato. Inoltre potendo essere applicato sulle superfici già esistenti, senza bisogno di demolizioni, può essere impiegato per dare una nuova estetica a scale, soffitti, ma anche piani lavoro, tavoli e perfino mobili.
Anche in ambienti umidi, come terrazzi, piscine e bagni, trova una facile applicazione grazie alla sua elevata resistenza all’umidità e al vapore, e alla sua idrorepellenza.
Resistente al calore e agli agenti chimici, inoltre, può caratterizzare perfettamente anche ambienti come la cucina.
Tutti i vantaggi del Microcemento
Se ancora ti stai chiedendo perché dovresti scegliere questo materiale per la tua casa, qui di seguito troverai riassunti tutti i vantaggi che offre il microcemento:
Ti offre una superficie continua: la sua stesura priva di fughe e giunture, ti permetterà di avere una superficie ininterrotta in grado di armonizzare completamente la visione dell’ambiente nel suo intero.
Facile da pulire: una conseguenza diretta di quanto detto prima, è una pulizia facile e rapida. Il microcemento non permette l’accumulo dello sporco ed inoltre basterà usare un prodotto sgrassante neutro diluito in acqua per garantire un’ottima pulizia. In ogni caso, potrai trovare in commercio detergenti specifici per questo tipo di materiale.
Resistente agli agenti chimici, agli urti e ai graffi: sono proprio una buona resistenza chimica e meccanica a garantire un’ ottima applicazione di questo materiale su diverse superfici e ambienti, oltre che a definire una durevolezza nel tempo importante.
È un materiale idrorepellente e resistente all’umidità: permette di regalare materialità e un aspetto ricercato in ambienti come il bagno (doccia inclusa), cucina e piscine. Ed è anche questo aspetto a garantire in questi stessi ambienti una ottima igiene.
È assolutamente antiscivolo: ebbene sì, ed ecco perché, tra le altre motivazioni, può essere utilizzato in bagno come piatto doccia, grazie ad un trattamento che ne esalta questa sua caratteristica.
Resistente al calore: Non temendo neanche il calore, essendo incombustibile, puoi usarlo senza timore anche in cucina, compresa la parte posteriore dei fornelli.
È atossico ed ecologico: la sua composizione basata su composti minerali ed acqua ed il suo ph neutro gli conferiscono un’estrema sicurezza per uomo e ambiente. Inoltre non è in grado di assorbire né rilasciare sostanza tossiche, caratteristica fondamentale per il benessere all’interno di una casa.
Nessuna demolizione: Il fatto che questo sia un materiale in grado di aderire a diverse superfici, permette una posa senza demolizioni. Questo è un punto molto importante perché permette riduzioni di costi di ristrutturazione e di risparmio di tempo.
Spessore ridotto: questo è un altro fattore che lo impone nel settore delle ristrutturazioni. Con spessori di circa 3 mm garantisce un’impatto praticamente nullo sullo spessore totale della superficie trattata. Questo si traduce, quindi anche in un utilizzo di ridotte quantità di materiale.
C’è poi da considerare, che nell’ambito delle ristrutturazioni, un aspetto che viene spesso sottovalutato è il carico a livello strutturale che potrebbe comportare lo stratificare diversi pavimenti nel corso del tempo. Con il microcemento questa è un’analisi non necessaria, perché proprio grazie al suo ridotto spessore, non va ad intaccare il peso strutturale dell’immobile.
Personalizzabile: Sono possibili realizzazioni in diverse colorazioni ed effetti anche grazie alla combinazioni con diversi materiali. Inoltre si può scegliere tra una finitura opaca, lucida o satinata offrendo sempre un aspetto materico, ma raffinato e di carattere.
Quanto costa il Microcemento
Orientativamente il costo di fornitura e applicazione del microcemento varia tra i €70,00 e i €100,00 a metro quadro. I fattori che influenzeranno di fatto il prezzo finale saranno innanzitutto lo stato della superficie di fondo ma, ovviamente, avrà un peso rilevante anche la dimensione della superficie da rivestire. C’è da specificare che il costo sarà basato su un equilibrio tra costo di fornitura e quello di posa. Infatti all’aumentare della superficie di posa aumenterà il costo di fornitura, ma diminuirà quello della stesura.
Svantaggi
Se ti stai chiedendo se questo materiale abbia anche degli svantaggi… ebbene sì, ma questi sono quasi tutti da ricercare in errori di posa e nell’utilizzo di materiali poco prestanti e quindi non di buona qualità.
Infatti è fondamentale affidarsi a professionisti che sappiano davvero lavorare il prodotto e che sappiano utilizzare del microcemento di buona qualità. Solo questo ti garantirà una resa durevole nel tempo.
Fattori importati sono:
la temperatura di stesura: questa infatti deve aggirarsi tra i 15° ed i 25° per assicurare delle ottimali condizioni di asciugatura del microcemento.
la preparazione ottimale del microcemento e la sua applicazione: infatti rispettare tutte le tappe corrette, con i giusti tempi e la giusta mescolanza di componenti, è l’unico modo per garantire una superficie prestante nel tempo. Inoltre è fondamentale che si vada a considerare sempre il supporto sul quale verrà steso il microcemento e ci si comporti di conseguenza.
Attenzione poi a pavimenti come cemento o parquet… il primo, soggetto a movimento nel tempo, dovrà essere rispettato e quindi dovrà essere seguito nel suo disegno di giuntura, il secondo, anch’esso per sua stessa natura “viva”, sarà soggetto a movimenti che faciliteranno rotture e crepe future.
Qualora soprattutto la posa non sarà stata ottimale, quello in cui potrai incappare saranno discontinuità superficiali, rotture e crepe. Nei casi più semplici, dove la superficie problematica risulterà poco estesa e poco rovinata, sarà possibile agire localmente, al contrario sarà necessario un intervento più invasivo.
Ora che hai tutte le informazioni per scegliere questo tipo di rivestimento, come e dove lo userai?
(foto Pinterest)
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Stai progettando il tuo nuovo bagno o vuoi ristrutturarlo, installando una doccia filo pavimento o walk-in? Allora oggi conoscerai un’alternativa alla classica piletta, che sia comoda, discreta, posizionabile secondo necessità, e che donerà al tuo bagno eleganza e raffinatezza.
Cos’è la canalina per doccia
La canalina, o canaletta, è un sistema capace di far defluire l’acqua in doccia grazie a una o più fessure.
È caratterizzata da una griglia superiore che si pone proprio a copertura di una canalina nascosta al di sotto del piatto doccia, in cui viene convogliata tutta l’acqua di scarico.
Tutte le caratteristiche che te la faranno amare
Caratteristica principale di queto tipo di scarico, è quella di porsi allo stesso livello del piatto doccia o del pavimento, garantendo, inoltre, una notevole superficie di scolo. È tutto questo che definisce, poi, tutta una serie di vantaggi nell’utilizzare una canalina, piuttosto che una “classica” piletta.
Infatti, all’interno di una classica doccia dove è presente una piletta, mentre si è sotto il getto dell’acqua, quello che si rischia di percepire è un dislivello o una improvvisa pendenza attorno allo scarico. Oltre a non essere una sensazione gradevole il rischio di scivolare è alto a causa del ristagno dell’acqua (mista a sapone). Con la canalina, tutto questo viene eliminato, permettendo così la percezione di un piano quasi del tutto continuo, livellato e sicuro.
Ed é proprio grazie all’assenza del ristagno dell’acqua, che è possibile eliminare anche il rischio di ingiallimento del piatto doccia, che si verifica con i classici scarichi.
La percezione visiva del bagno, inoltre, ne acquista sicuramente, apparendo omogeneo nella superficie, elegante e ben curato nei minimi dettagli.
Le canaline sono spesso personalizzabili o comunque esistenti in più finiture e misure. Questo permette estrema adattabilità alle varie esigenze di posizionamento, utilizzo e definizione del risultato finale. In base alla mole di acqua da far defluire all’interno del vano doccia, ad esempio potrai inserire canaline lunghe o corte o collocarne una o più.
Inoltre, in base anche alla conformazione delle tubature sottostanti o alla definizione strutturale della doccia, potrai inserire la tua canaletta su lato lungo o corto del vano.
E potrai scegliere se inserirla a pavimento o a parete, cioè installabile direttamente in un’intercapedine nell’angolo tra muro e piano di calpestio.
Le canaline in commercio sono estremamente adattabili alle varie esigenze progettuali, rispondendo esteticamente in modo differente ed essendo in alcuni casi anche personalizzabili.
Molto spesso, infatti, sono provviste di griglie decorative oltre che funzionali, oppure sono caratterizzate da piastre eleganti e minimal in acciaio o in vetro. Diverse anche le finiture disponibili, come del resto le colorazioni, che permettono di seguire lo stile del bagno, o di regalare carattere all’ambiente ponendosi in netto contrasto con gli altri elementi. Possono essere provviste di strette fessure che seguono la lunghezza della canalina stessa, oppure possono essere duble face, con una faccia in acciaio e l’altra che può accogliere lo stesso rivestimento scelto per pavimento e doccia.
Un altro aspetto da non sottovalutare è l‘igiene. Le canaline, infatti, sono studiate appositamente per filtrare solo l’acqua, trattenendo con facilità tutti i capelli e i residui di saponi… in questo modo, sarà praticamente impossibile che lo scarico si intasi, ostacolando così la proliferazione dei batteri. Inoltre convogliando una gran quantità di acqua nello scarico e attraverso la pendenza corretta ,sarà evitato il ristagno di acqua, ulteriore potenziale elemento di proliferazione batterica.
Gli svantaggi delle canaline di scolo
Abbiamo appena visto tutti i vantaggi che offrono questi sistemi di scolo, ma quali sono gli svantaggi?
Innanzitutto queste sono dei sistemi adatti esclusivamente alla definizione di docce filo pavimento o walk-in. Questo presuppone, quindi, la necessità di progettare il bagno in maniera opportuna, definendo una pendenza adatta all’interno del vano doccia, e di scegliere piatti doccia adatti a questo tipo di scolo.
Come già detto, le canaline sono in grado di filtrare l’acqua impedendo ai capelli di raggiungere facilmente le tubature. Se questo è sicuramente un grande vantaggio, c’è però anche da considerare che tutti i capelli che quindi si accumuleranno, dovranno essere rimossi periodicamente se non si vorrà incappare in un ristagno di acqua all’interno del vano doccia. Un disagio minimo, direi, che richiede solo un po’ di attenzione e di accortezza nel lasciare pulita la piastra superiore della canalina, non credi?!
Insieme ai capelli, come abbiamo già visto, altra componente da tenere sotto controllo, sono i saponi, soprattutto quelli troppo densi e vischiosi. Infatti, anche in questo caso, il rischio, sarà quello di far ristagnare l’acqua, che non riuscirà a confluire con facilità all’interno delle tubature di scarico. Inoltre questo rischierà di rendere la superficie scivolosa e, di conseguenza, poco sicura. Quindi un po’ di attenzione nella scelta dei detergenti per corpo e capelli e nello sciacquare con cura tutti i residui di saponi…e il problema sarà assolutamente superato!
Ora non ti resta che scegliere la tua canalina in base a funzionalità, aspetto e finitura, facendo attenzione a scegliere prodotti di qualità con materiali alto-prestanti e inossidabili, come l’acciaio.
(foto Pinterest)
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Molto spesso cambiando abitudini ed esigenze dentro casa, si ha la necessità di adeguare gli spazi e di rivoluzionare l’assetto degli ambienti, dividendoli… Ma come farlo senza ricorrere alla definizione di nuovi muri?
In questo articolo conosceremo ben 11 modi, proprio per dividere gli ambienti di casa tua con soluzioni alternative alle pareti.
Cosa può fare al caso tuo
Listelli
Abbiamo già parlato dei listelli di legnoqui, e uno dei modi di utilizzarli è proprio nella definizione di divisori.
Potrai scegliere spessore, forma, distanza e orientamento dei listelli, permettendoti di personalizzare dettagliatamente il tuo divisorio.
Inoltre le tue “pareti” potranno essere caratterizzate da listelli fissi oppure orientabili, e potrai dar vita anche a strutture con mensole e nicchie, o magari, con dei portavasi.
Stesso discorso vale per i listelli in metallo, che daranno ai tuoi ambienti grinta e carattere. Personalizzabili nell’ aspetto e nelle forme, sono utilizzabili anche in associazione ad altri materiali, come legno, stoffa, vetro o carta.
Elementi naturali
Utilizzare elementi naturali in casa è una decisione sempre preziosa e in grado di ristabilire equilibri interni alla persona e nella casa, e quindi sfruttarli anche per creare dei divisori può essere un prezioso modo per dare armonia e nuova funzionalità alla tua abitazione.
Vasi, rami e tronchi, oppure soluzioni più articolate come i giardini verticali, ti permetteranno di arricchire fortemente ma con equilibrio e armonia ogni ambiente e soprattutto sapranno adattarsi alle tue esigenze.
Corde
Anche la corda è un materiale che si presta benissimo a creare atmosfere vedo-non vedo dando un tocco originale alla tua casa. Anche qui, a scegliere il grado di copertura e il disegno da realizzare sarai tu, in estrema libertà!
Pannelli
Sulla falsa riga dei metodi fin ora visti, ci sono i pannelli, questi prodotti in materiale ligneo, metallico, vitreo o plastico, possono essere una pratica alternativa per chi vuole qualcosa di effetto ma già definito o che sia facilmente configurabile e assemblabile.
Tende
Anche le tende, se scelte di materiale, finitura e tessuto corretti possono risultare dei modi pratici per creare delle divisioni spaziali all’interno di un ambiente.
A seconda del tipo di risultato che vorrai ottenere, potrai inserire nel tuo ambiente tendaggi oscuranti, oppure più filtranti, dall’impatto meno categorico oppure potrai avvalerti di qualcosa di più insolito e di design. Ottime anche le tende a pannello, che potranno dar vita a dei veri e propri “quadri” sospesi, oppure a delle pareti mobili pratiche ed economiche.
Porte
Ebbene sì, anche le porte possono diventare degli ottimi divisori! E le porte a soffietto tessili sono l’esempio giusto! Otterrai la praticità di utilizzo di una porta e allo stesso tempo l’eleganza e la morbidezza che può trasmettere una tenda strutturata!
Potrai poi scegliere, in alternativa, delle porte in vetro, sicuramente di grande impatto e in grado di far filtrare la luce secondo le tue necessità e preferenze.
Pareti in vetro
Se il vetro è la risposta giusta ai tuoi bisogni potrai anche considerare l’utilizzo di vere e proprie pareti in vetro. Regalerai così luminosità e ampiezza ai tuoi ambienti, pur garantendo una divisione strutturale. Si mostreranno particolarmente adatte a piccole abitazioni o agli open space. Utili anche nei bagni, per definire una divisione funzionale ma anche estetica tra antibagno e zona sanitari, permettendoti anche di far filtrare la luce nella prima porzione della stanza. (se vuoi sapere quando è necessario definire un antibagno, clicca qui)
Librerie
Elementi anche mobili, funzionali e pratici, possono venirti in aiuto nel caso tu desideri una schermatura in grado di avere una doppia funzione o soluzioni non definitive. Puoi sceglierle con pannello posteriore se desideri o hai necessità di schermare totalmente la visione di ciò che è presente dall’altra parte, oppure puoi posizionare librerie “a giorno”, soprattutto se ti piace quell’effetto vedo-non vedo. In legno, in metallo oppure perché no, anche in cartongesso, potrai davvero creare delle soluzioni caratterizzanti.
Arredi e elementi funzionali
Anche gli elementi di arredo, come armadi o credenze, possono fare al caso tuo. L’unica accortezza dovrà essere quella di rifinire la loro parte posteriore oppure di creare delle strutture in cartongesso che vadano ad abbracciare l’elemento di arredo scelto.
Altra possibilità potrebbe essere quella di utilizzare poltrone sospese, altalene o anche dei semplici divani a delimitazione di diverse aree funzionali.
Parete con camino
Soluzione d’effetto e d’impatto visivo, può essere quella di definire una struttura con camino annesso.
Potrai così creare effetti suggestivi e renderai possibile la fruizione del camino da entrambi i lati e potrai dar vita a strutture più o meno articolate, in base alla definizione strutturale della tua casa e al posizionamento delle aree funzionali e alla tua idea progettuale.
Pittura
Ebbene sì, la pittura è un altro strumento, economico e facilissimo da utilizzare, per dividere le tue zone funzionali all’interno di un singolo ambiente.
È attraverso l’uso del Color Blocking, infatti che potrai dar vita a fantastiche personalizzazioni! Darai a livello percettivo un’immediata definizione di una particolare area della stanza che apparirà connessa ma allo stesso tempo distinta e ben delimitata.
Se vuoi approfondire e saperne di più su questa fantastica tecnica e su tutte le sue applicazioni, leggi l’articolo !
Ora non resta che scegliere come dividere i tuoi ambienti!
Dai forma alle tue idee e alla tua casa!
(foto Pinterest)
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Ti piacciono quadri, stampe, fotografie, serigrafie, …, ma hai paura di ottenere un effetto caotico e per nulla adatto alla tua casa?
Oggi ti aiuterò a definire il modo corretto di creare una parete d’effetto, che sia armonica e che definisca un’ interessante punto di focus della tua casa, pronto?
Andiamo!
Su quali pareti appendere uno o più quadri
Il compito di uno o più quadri è sempre quello di dare risalto, personalità e definizione di stile ad un dato punto della casa e di una stanza o ad un arredo.
Per cui potrai scegliere di collocarli in un corridoio, sulla parete dietro al divano, o dietro al letto, ma potrai utilizzarli per dare risalto ad una colonna, ad un elemento divisorio, oppure posizionarli all’ingresso al di sopra di una consolle ad esempio…quindi tutto può essere arricchito da un quadro, una foto o una stampa, purché ci sia un “valore” progettuale e focale.
Attenzione solo a non sovraccaricare l’immagine di rimando totale e a fare in modo che tutti gli elementi (di arredo e complementi) si completino a vicenda, uno inglobando l’altro.
Come scegliere i quadri adatti
Altro fattore molto importante è scegliere quadri e stampe in maniera corretta.
Dovrai fare attenzione ad alcuni aspetti fondamentali:
Stile di arredo
Categoria
Colore
Forma
Dimensioni
Prima di definire dove appendere il tuo quadro (o i tuoi quadri), sarà necessario andare a compiere una scelta e, quindi, una selezione di tutti i quadri, stampe e foto che hai e che vorresti collocare nella stanza.
Questo per evitare proprio quell’aspetto disarmonico e caotico che è assolutamente da evitare.
Innanzitutto sarà bene fare una prima scrematura in basa allo stile che avrai dato alla stanza e quindi agli arredi presenti. In linea di massima, infatti, inserire ad esempio quadri contemporanei su un arredo puramente classico potrebbe creare un disequilibrio stilistico che risulterà non propriamente accattivante.
Importante sarà poi fare una seconda scrematura in base alla categoria. Infatti potrai trovarti facilmente davanti ad una moltitudine di quadri e stampe che seppur si sposino bene con gli arredi, non siano legati tra loro dalla loro funzionalità. Ci sono infatti quadri puramente decorativi e poi, elementi artistici, cioè opere d’arte. Non fare mail l’errore di mescolarli, ma piuttosto scegli di dedicare loro punti differenti della casa. Ricorda poi, inoltre, che sarà molto importante rispettare la centralità dell’opera d’arte, qualora tu la preferisca rispetto a quadri o stampe di decoro. In questo caso, infatti, sarà l’arredo a dover seguire e rispettare lo stile dell’opera d’arte e non viceversa.
Scegliere quadri o foto o stampe che ripropongano, poi, gli stessi colori presenti nell’ambiente circostante, ti aiuterà a creare un filo conduttore tra gli elementi sulle pareti e nel resto della stanza. Questo a meno che tu non cerchi proprio un contrasto visivo, ma che sia studiato e che si basi quindi su una progettazione stilistica ben definita.
Anche scegliere i quadri in base alla forma, potrà aiutarti a definire il tuo stile. Potrai optare per forme simili, o in antitesi tra loro, rispettando comunque le proporzioni e andando a definire un “disegno” armonico.
Altrettanto importante sarà scegliere i quadri in base alle loro dimensioni. Infatti queste dovranno risultare proporzionate alle dimensioni della superficie che andrai a coprire, quindi ti sconsiglio di mettere un quadro grande su una superficie ridotta e, allo stesso modo, un piccolo quadro su una parete estesa.
Per quadri dalle dimensioni molto generose, destina una parete intera, magari scegliendone di “centrali” alla stanza. Ti sconsiglio invece di collocarli in zone, come corridoi, o stanze o spazi ridotti, stretti e lunghi, in cui non sia possibile avere un punto di osservazione adeguato e in grado di rendere interamente l’immagine totale del quadro.
Nel caso di composizioni potrai inserire quadri di dimensioni uguali oppure di dimensioni differenti, ma fai attenzione a proporzionare tra loro tutti gli elementi scelti.
Definisci la posizione sulla parete
Dando carattere, foto, poster, cornici, serigrafie e quant’altro, non hanno solo bisogno di essere scelti con cura e criterio, ma devono essere collocati in maniera adeguata sulla parete.
In generale, è essenziale andare a posizionare un quadro in modo tale da risultare in linea con lo sguardo dello spettatore. Si calcola quindi un’altezza ideale da terra, considerando la linea mediale del quadro, di 160 cm, e 120 cm da terra, per quadri dalle dimensioni generose.
Inoltre ricorda che sarebbe opportuno non superare mai l’altezza massima da terra, di 170/180 cm (sempre considerando il centro del quadro) e che il quadro dovrebbe rimanere sempre al di sotto delle porte.
In situazioni particolari, c’è da specificare, che queste indicazioni possono venir meno. È il caso di ambienti come soggiorno o camera da letto, ad esempio, dove per creare un’immagine armonica ed equilibrata potresti avere la necessità di appendere i vari quadri più in basso, o nel caso di pareti interamente caratterizzate da elementi appesi, esposti utilizzando tutta l’altezza della parete, o ancora nei corridoio dove il limite di altezza aumenta un pochino.
Crea composizioni
Le composizioni di quadri e stampe hanno il grande vantaggio di vestire la parete o di arricchire un arredo, dando anche movimento visivo e quindi riuscendo a definire un’immagine non statica della stanza.
Quando ti appresti a definire una composizione, ti consiglio di studiarla nel dettaglio, e di seguire alcune linee guida che ti possano aiutare e facilitare nel compito.
Prima di tutto, potresti pensare di allinearli considerando la loro linea superiore, mediale o inferiore. Questo ti garantirà un ottimo risultato con il minimo sforzo!
Ricordati poi, che la distanza tra i vari elementi deve essere uguale, proprio per garantire equilibrio ed armonia visiva.
Qualora tu desideri creare delle composizioni articolate, invece, definisci per bene degli schemi di posizionamento considerando delle forme geometriche, che risulteranno il profilo da seguire, all’interno delle quali inserire i vari elementi.
Esistono innumerevoli schemi di posizionamento dei quadri, quindi di consiglio di considerare quelli che maggiormente si sposano con la forma della parete o che esaltano perfettamente l’area di collocazione dei tuoi quadri. Se il tuo obiettivo è quello di posizionare i quadri al di sopra del divano, definisci prima un’area sopra o che superi appena la linea laterale del divano.
Per fare in modo che la tua composizione risulti armonica, un trucchetto per essere certo che la tua idea funzioni, è quella di prende i quadri o le stampe che hai selezionato, riprodurre le loro dimensioni su carta da pacchi (mi raccomando monocolore) e cominciare a distribuirli sulla parete in modo tale da riprodurre il tuo schema di posizionamento scelto. In questo modo, sarai assolutamente certo che il risultato finale possa soddisfarti e non ti resterà altro che sostituire i ritagli di carta da pacchi con i quadri e le stampe!
Di seguito ti mostro alcuni degli schemi di posizionamento e foto, da cui potrai prendere ispirazione!
Illuminazione
Anche per i tuoi quadri è essenziale l’illuminazione. Infatti operando nel modo corretto potrai esaltarli e creare l’atmosfera giusta.
Ma come procedere? Innanzitutto l’unica cosa che dovrai assolutamente evitare sarà quella di illuminarli lateralmente. In questo modo infatti la luce non evidenzierà il quadro o la stampa ma creerà dei fastidiosi riflessi.
Quindi opta per lampade da posizionare al di sopra o al di sotto dei vari elementi, con luce soffusa e delicata, assicurando un effetto raffinato ed elegante.
Evita anche di posizionare i tuoi quadri di fronte a delle finestre, la luce potrebbe essere troppo diretta e intensa, creando anche qui dei riflessi e magari dei danneggiamenti.
Ora hai tutti i trucchi per rendere la tua parete unica e d’effetto grazie alle tue stampe e ai tuoi quadri! Non ti resta che mettere in atto tutti i suggerimenti!
(Foto Pinterest)
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