Negli ultimi anni sempre più spesso si tende a scegliere di creare o ricavare uno studio in casa, e questo soprattutto per l’avvento dello smart working, ma anche per la necessità di avere un spazio ordinato e ben organizzato dove concentrasi e lavorare, ma anche per studiare, catalogare documenti vari, o per prendersi del tempo per se stessi.
In questo articolo affronteremo un po’ più nel dettaglio questo spazio funzionale, capiremo come impostarlo e dove poterlo collocare all’interno di un’abitazione.
Cosa inserire in un agolo studio
Quando si decide di progettare uno studio in casa, la prima cosa da fare è quella di domandarsi chi userà tale spazio e per quali necessità. Questo ti aiuterà ad individuare la progettazione migliore e a cosa dare maggiore importanza ed il giusto spazio. Infatti, uno studio per lavoro dovrà avere determinate carateristiche, differenti da quelle per uno spazio pensato per studiare o, ancora, per la semplice contabilità della casa.
Una volta stabilito l’obiettivo funzionale, si potrà passare a definire l’organizzazione degli elementi di arredo. Per rendere funzionale uno studio, ci sono degli arredi base dai quali partire, imprescendibili dalle personalizzazioni funzionali, da inserire nello spazio in modo appropriato alle diverse esigenze di utilizzo.
Sarà importante, quindi, partire da questi componenti:
Una scrivania o un piano (con una profondità consigliabile di almeno 60 cm)
Una seduta comoda e magari girevole
Dei vani contenitori
Una libreria ( o più) e/o dei ripiani
Il terzo passo, sarà poi quello di valutare il posizionamentodi computer, portadocumenti e di tutti gli strumenti utili alle specifiche esigenze di fruizione di tale area.
Non è detto, poi che non si possa dar vita ad uno spazio versatile in cui, non solo lavorare o studiare, ma dove potersi rilassare, leggere o dedicarsi ad attività cretive. Quindi via libera a sedute comode accessorie, a tavoli da lavoro e quant’altro permetta di dedicarsi alle diverse attività scelte per questo spazio.
Una volta definiti e collocati tutti questi elementi, sarà possibile concentrarsi sulle personalizzazioniestetiche come decorazioni, piante, tappeti, cuscini e tutti quei dettagli che daranno carattere all’ambiente, rendendolo accogliente e con una sua specificità emotiva. In questo senso anche l’utilizzo di determinati materiali e colori avranno un ruolo centrale per cui sarà buona norma concentrarsi anche sui minimi dettagli, ed avere ben chiaro cosa si vuole trasmettere.
L’illuminazione
Un elemento da non tralasciare in nessun caso è, poi, l’illuminazione. Per dare luogo alla sua massima espressione funzionale, è fondamentale che si vadano a considerare e a progettare sia l’ illuminazione artificale che quella naturale, in modo da renderle indipendenti ma allo stesso tempo interconesse.
Per quanto rigurada l’illuminazione artificiale, opta per una luce neutra, garantirà concentrazione ed inoltre illuminerà in maniera efficiente l’intera area senza affaticare gli occhi. Una buona illuminazione generale però non basta, è fondamentale infatti, posizionare dei punti luce (sempre con temperatura neutra) dedicati per il piano scrivania. In tal senso, potrai far provenire la luce dall’alto, magari non troppo distante dal piano, oppure potrai collocare delle lampade in appoggio laterali, a destra se usi la mano sinistra per scrivere, oppure a sinistra se usi la mano destra.
Se utilizzi un computer, potrebbe essere utile illuminare anche il retro dello schermo, mentre sono da evitare le luci che lo colpiscono frontalemente, per non avere fastidiosi riflessi.
Potrebbe essere utile, inserire anche dei punti luce accessori. In questo caso si può valutare anche l’utilizzo della luce calda, magari da posizionare al di sotto di mensole o ripiani o in corrispondenza di una poltrona per lettura. Anche l’inerimento nello spazio di lampade da tavolo o da terra, possono aiutarti a creare l’atmosfera giusta.
Con l’aiuto di tutti questi accorgimenti, e differenziando le zone con luce di deverse temperature, si creeranno dei punti focali interessanti, si curerà la percezione “emotiva” dello spazio e si darà movimento visivo.
Parlando dell’ illuminazione naturale, invece, questa è la prima fonte di luce all’interno di una stanza, e sicuramente è utile per creare già da sola uno spazio studio efficiente e confortevole.
Infatti, la luce proveniente dalle finestre può essere sfruttata per illuminare al meglio soprattutto la zona scrivania, almeno durante le ore diurne. In più, ha un’importante impatto psicofisico, riducendo l’affaticamento visivo, migliorando l’umore e aumentando la concentrazione.
Considerando tutto questo, si può valutare il posizionamento ideale, e più performante, del piano studio rispetto alle finestrature presenti.
Collocare la scrivania in modo tale da mantenere la luce naturale proveniete dal lato destro o sinistro, quinsi opposti rispetto alla mano che si utilizza per scrivere, è senz’altro quello migliore.
In questo modo il piano di scrittura sarà sempre efficacemente illuminato, senza fastidiose ombre.
Un altro modo per sfruttare la luce naturale rispetto al piano di scrittura, è quello di sistemare la scrivania di fronte la finestra. Sicuramente questa è una scelta non completamente idonea, ma è abbastanza amata soprattutto perchè permette di godere della luce e del panorama, per cui credo che sia giusto prenderla in esame.
Quando si sceglie questa soluzione progettuale, si devono considerare due grandi limiti. Infatti, in primo luogo, con grande probabilità, la luce naturale così diretta, potrebbe risultare accecante, inoltre, il secondo rischio è quello di essere soggetti a delle zone d’ombra abbastanza importanti, soprattuto in presenza di un monitor, che andrà così, ad oscurare il piano di scrittura.
Per ridurre la possibile eccessiva illuminazione naturale si potrà, però, operare attraverso la schermatura parziale della luce, grazie all’uso di tende filtranti. Per eliminare le possibili zone d’ombra sul piano scrittura, invece, sarà importante intervenire tramite delle lampade da scrivanie, o dei faretti a parete, o a soffitto, che andranno così a riportare, ad una condizione ideale di fruizione, il piano scrivania.
In tutti quei casi in cui non siano possibili posizionamenti del piano scrivania idonei a sfruttare al meglio l’illuminazione naturale, è preferibile fare affidamento esclusivamente all’illuminazione artificiale allontanando la scrivania dalle finestre. In questo modo il risultato sarà sicuramente più funzionale, armonico e confortevole, nonostante la distanza trafinestra e piano di scrittura.
Studio o angolo studio
Una volta definite le necessità funzionali a cui dovrà rispondere il tuo studio, sarà opportuno analizzare altri due fattori, quali lo spazio di cui si necessita per realizzarlo e quello che si ha a disposizione. Ma non solo, infatti, sarà importante valutare aspetti come il modo di vivere l’intera abitazione, il proprio stile di vita, se si ha bisogno di immediatezza di fruizione, di maggiore o minore privacy e concentrazione, ma anche quanto si vuole investire in termini economici.
Tutti questi fattori, saranno utili per definire se dar vita ad un vero e proprio studio dedicando un’intera stanza, oppure se limitarsi ad un angolo studio e magari integrarlo con zone funzionali preesistenti.
La scelta, di dedicare una stanza allo studio è un’opzione molto valida, soprattutto se si sta cercando uno spazio in cui potersi concentrare senza distrazioni, e dove poter dedicare un tempo ben definito al lavoro, allo studio o ad altre attività, come la lettura o passatempi creativi, che richiedano concentrazione e tranquillità.
Optando per un angolo studio, invece, si avrà un accesso più immediato e comodo alle attività da svolgere, potrà essere facilmente integrato con gli altri arredi, e potrà essere collocato praticamente in ogni stanza, o in angoli inutilizzati della casa, senza grandi limiti. Tutto sarà a portata di mano e potrai anche scegliere se tenerlo a vista oppure inserire delle soluzioni a scomparasa.
(Se vuoi qualche suggerimento pratico per definire il tuo angolo studio, guarda qui !)
Quindi, ora che hai tutti gli strumenti per creare il tuo studio in casa, non serve altro che definirlo e realizzarlo!
(foto: Pinterest)
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Scegliere il giusto tendaggio è fondamentale come scegliere un divano oppure una lampada, così come sono importantissimi i tempi in cui sceglierlo.
Ricorda che le tende, innanzitutto, dovrebbero sempre riuscire ad esaltare il concept della stanza, senza sovraccaricare l’ambiente. Tenere a mente questo ti può aiutare a capire sia la sua imporantanza, sia perchè è sempre consigliabile sceglierle quando sono stati definiti tutti gli altri dettagli di progettazione, a meno che non diventino esse stesse il punto cardine di tutto il progetto.
Il rischio, infatti, se i tendaggi vengono scelti nel momento sbagliato e senza le dovute accortezze, è quello di non centrare sia il modello che il tessuto o, ancora, il suo potere schermante, il colore, la grandezza, etc etc.
Vediamo, quindi quali sono gli aspetti principali da considerare, prima di scegliere le tende.
Tipologie di tendaggi
In commercio esistono molte tipologie di tende, ognuna adatta a diversi stili di arredo, ma anche in grado di rispondere a molteplici esigenze, sia funzionali che estetiche. Tra queste, potrai optare per:
Tende morbide a teli
Tende a pacchetto
Tende a pannello
Tende a rullo
Tende plissettate
Tende veneziane
Tende a bande verticali
Tende morbide a teli
Sono le tende più classiche, ma in grado di rimanere sempre tra le prime scelte, e questo grazie anche a nuove soluzioni per la loro installazione.
Scegliendole di tessuti naturali come lino e cotone, si aggiungerà subito ad un dato ambiente, estrema confortevolezza.
Se si vuole creare un ambiente raffinato e leggero, sarebbero da evitare le mantovane, ed andrei, personalmente, cauta anche nell’utilizzo di fermatende o raccoglitende per eliminare il rischio di un risultato d’insieme un po’ grossolano.
Un’importante precisazione: questo tipo di tendaggio, richiede lunghezze importanti anche in corrispondenza di finestre. Quindi, che tu le scelga per delle portefinetre o per delle finestre, i teli dovranno arrivare fino al pavimento!
Montaggio
Il montaggio di queste tende può avvenire o a parete, oppure, come oggi si sceglie sempre più spesso, a soffitto.
A parete, avviene spesso tramite i classici bastoni da tende che permettono il montaggio di uno o più teli. Questo è un metono che si sceglieva più di frequente soprattutto negli anni passati. Ad oggi, a chi sceglie di utilizzare questo metodo, si consiglia di modulare bene l’altezza di fissaggio del bastone portatenda, in modo tale che non vada a tagliare in maniera poco estetica la parete, e ancora più di frequente si sceglie di fissarlo in prossimità del soffitto.
In generale, si consideri che il vecchio stile di fissaggio a muro non sempre è in grado di esaltre il tendaggio o l’ambiente, ed ecco perchè si opta moltro frenquentemente per un’alternativa elegante, raffinata e minimale, quale quella dal fissaggio a soffitto, che grazie a dei binari estetici, a vista, incassati nel soffito, oppure nascosti da gole, creano una soluzione adatta ad ogni ambiente e stile.
Anche questi binari permettono di scegliere tra uno o più teli e di poter “giocare” con le pigature superiori dei teli come nel caso del montaggio con bastone (fatta eccezione per i teli con occhielli, che sono ad istallazione esclusiva attraverso i classici bastoni)
Piegature del tessuto
Queste sono importanti soprattutto se si è particolarmente attenti al dettaglio. Se, quindi, opti per tende un po’ più ricercate, tieni a mente che potrai scegliere tra diverse tipologie di piegature, e quindi di effetti di caduta del telo, tra cui:
a matita
ad onda
a pieghe rovesciate
a pieghe alla francese
svizzera
Alcuni esempi di piegatura
Misure
Con questa tipologia di tenda è necessario tenere a mente alcune regole base per far in modo che l’effetto finale non risulti dozzinale e approssimativo. Per tendaggi raffinati e che sappiano esaltare gli ambienti, è essensiale ricordare due semplici indicazioni:
i tendaggi devono superare lateralmente l’incasso della finestra di 15-25 cm;
il fondo dei teli non deve essere né troppo lungo, né troppo corto, infatti dovranno sfiorare delicatamente il pavimento. (C’è chi sceglie di lasciare che i teli ricadano sul pavimento creando dei morbini accumuli di tessuto a terra. Questa è una scelta stilistica, ma che non consiglio, perchè crea facilmente disordine visivo e comporta un accumulo di polvere, senza contare la poca praticità nel chiudere ed aprire la tenda).
Per quanto rigurada la larghezza totale, questa dipende molto del tipo di arricciatura scelta e dall’effetto finale che ci si pone come obiettivo. In linea di massima però, si considerino larghezze 2 o 3 volte più grandi rispetto alla misura della finestratura.
Per i teli oscuranti aggiuntivi, si consiglia di aggiungere alla lunghezza totale della finestra 30 cm per lato. In questo modo i teli esterni avranno un’arricciatura più delicata ed essenziale, mentre quelli più interni avranno un aspetto più morbido e ricco.
Schermatura della luce
Queste tipologie di tende permettono di schermare la luce con diverse intensità e quindi sono capaci di adattarsi alle varie esigenze.
I teli infatti, in base al tessuto scelto e alla sua trama, possono garantire una schermatura totale, media oppure minima.
Il filtraggio della luce può essere definito anche grazie all’utilizzo di due teli sovrapposti di diversa capacità di schermatura. Quindi, ad esempio, in un ambiente come la camera da letto, si potrà scegliere un telo completamente oscurante sopra un telo con schermatura media. In questo, modo si avrà buio totale durante la notte, mentre di giorno si garantiranno privacy ma anche luminosità grazie al telo più leggero.
Tende a pacchetto
Queste tende sono ormai sul mercato da svariati anni e risultano tende molto pratiche, soprattutto perchè garantiscono un ingombro minimo.
Sono eleganti, ma allo stesso tempo moderne e si adattano benissimo ad ogni stile e ambiente.
La loro caratteristica principale è la loro chiusura e apertura, che non avviene più in orizzontale, ma in verticale, modulando anche la schermatura della finestra.
Montaggio
Le tende a pacchetto risultano pratiche anche dal punto di vista del montaggio. Infatti sono tende che possono essere fissate anche direttamente sull’anta della finestra, e anche senza l’utilizzo di viti, grazie a dei supporti amovibili. Nei casi in cui non ostacoli l’apertura e chiusura della finestra, una volta tirata su completamente, può essere posizionata anche nella gola di incasso della finestra stessa.
Tutto questo dimostra come questa tipologia di tendaggio sia adattabile in ambienti anche molto piccoli, in cui si necessita di schermature poco ingombranti, anche lateralmente.
In alternativa, si può scegliere un fissaggio, anche qui, a parete oppure a soffitto, entrambe soluzioni eleganti e confortevoli.
Il fissaggio a parete prevede il suo posizionamento subito sopra la finestratura, tenendo in considerazione l’altezza della piega; infatti una volta tirata su, la tenda dovrà permettere anche in questo caso, l’apertura e chiusura della finestra.
Per quanto riguarda invece, il fissaggio a soffitto, questo è adottabile non solo per preferenza stilistica, ma anche in tutti quei casi in cui si vogliono nascondere i cassettoni oppure delle irregolarità della parete.
In presenza di ampie finestrature, si potranno affiancare più teli, dando in questo modo, un aspetto elegante e ricercato alla stanza.
Piegatura del tessuto
Le tende a pacchetto prevedono, in realtà, solo una tipologia di arricciatura del tessuto, che si mostra evidente solo nel momento in cui il tessuto viente tirato su , tramite delle cordicelle.
Si potranno scegliere tende a pacchetto con pieghe dritte, la cui chiusure determina delle pieghe che si sovappongolo l’una all’altra e si raccolgono morbidamente alla base del tendaggio. Queste regalano confort visivo ed un assetto delicato, oltre ad essere il tipo di tenda a pacchetto maggiormente utilizzato.
In alternativa, se si ricerca un effetto maggiormente rigoroso, è possibile scegliere tende a pacchetto con stecche, inserite in corrispondenza di ogni piegatura del tendaggio, in grado di regalare un aspetto più ordinato e minimale alla tenda. Infatti, le pieghe che ne risulteranno saranno ordinatamente sovrapposte pur rimanendo armoniche.
Misure
A seconda del tipo di fissaggio le misure delle tende a pacchetto possono variare.
Se si sceglono tende a pacchetto da fissare alle ante (sia con che senza viti) la larghezza totale per telo dovrà corrispondere alla largezza del vetro, agiungendo 2 cm. In questo modo si avrà certezza di copertura adeguata dell’anta.
Per deifnire invece la lunghezza totale, nel caso di tende a pacchetto a vetro con fissaggio a viti questa dovrà essere pari alla lunghezza del vetro più 6 cm. Nel caso di tende ancorate al battente zenza foratura, la lunghezza sarà pari a quella del battente meno 1 cm.
Per le tende a pacchetto fissate a parete, la loro larghezza ideale corrisponderà alla larghezza totale della finestra o della nicchia di incasso, la quale dovrà essere completamente nascosta alla vista, mentre la sua lunghezza sarà uguale all’altezza dell’intera finestra, più la misura del ripiegamento.
Le misure delle tende a pacchetto fissate a soffitto, invece, prevedono come larghezza la misura di quella dell’intera finestratura, mentre per la lunghezza, questa sarà definita dalla lunghezza della finestra più la misura della distanza tra finestra e soffitto.
Schermatura della luce
Anche le tende a pacchetto possono essere caratterizzate da diversi tessuti e quindi anche da diverse capacità di filtraggio della luce.
Nella scelta di questo tipo di tende, bisognerà quindi considerare l’ambiente in cui si andranno ad inserire, ed il tipo di bisogno al quale si vorrà rispondere. Questo soprattutto considerando una non modulabilità della schermatura, se non attraverso l’apertura del tendaggio che andrà inevitabilmente a scoprire la finestra, rendendo visibile l’interno dall’esterno.
Per ovviare a questo aspetto, soprattutto in ambienti come camera da letto o bagno, si possono applicare alcune accortezze. Una ad esempio è quella di associare questo tipo di tende a tendaggi morbiti, in modo da creare anche movimento visivo e da esaltare questi punti della stanza. Un altro modo, potrebbe essere quello di utilizzare pellicole riflettenti o, ancora, vetri acetati opacizzati o sabbiati.
Tende a pannello
Le tende a pannello sono un’ottima soluzione in ambienti moderni e minimali dove questi tendaggi essenziali sapranno coniugare stile ed efficienza pratica.
Sono caratterizzate da più pannelli scorrevoli lateralmente, in grado di essere sovraposti, modulando la schermatura della luce.
La caratteristica di queste tende, poi, è quella di poter sovrapporre teli di colori, schermature e motivi differti, potendo realizzare composizoni personalizzate e dal sicuro impatto visivo.
Il mio consiglio, comunque, è quello di sceglierli a tinta unita per effetto più minimale e raffinato o con motivi piccoli o non troppo evidenti, o con blocchi di colore geometrici per non perdere la naturale “compostezza” stilistica di questa tipologia di tenda.
Montaggio e Misure
Queste tende scorrono attraverso dei binari che possono essere montati sia a parete che a soffitto.
Se si ricerca un effetto più raffinato un fissaggio a soffitto è l’ideale, garantendo ricercatezza ed eleganza.
In questo caso, la lunghezza del singolo pannello, dovrà corrispondere alla distanza tra paviemento e soffitto, meno 2 cm che dovranno essere lasciati tra pavimento e bordo inferiore del pannello, e meno i centimetri corrispondenti all’ingombro del binario (circa 2 cm ma da verificare).
Qualora si opti per pannelli fissati a parete, sarà innanzitutto necessario, per definire la lunghezza dei pannelli, decidere l’altezza alla quale fissare il binario.
Una volta definito questo, all’altezza tra binario e pavimento, si toglieranno i 2 cm di fondo, i centimentri di ingombro del binario.
Per quanto riguarda la larghezza , per di questo tipo di tenda, ci sono da fare due distizioni nette tra tendaggi a pannelli predefiniti o a pannelli su misura.
Nel primo caso i pannelli saranno stabiliti in dimensione secondo proporzioni già definite in partenza dal produttore del tendaggio, quello che si potrà decidere sarà la lunghezza del binario. In questo caso, in base alle dimensioni indicate dal produttore, sarà importante stabilire l‘ingombro della tenda aperta, cioè se il tendaggio coprirà solo la lunghezza della finestra, oppure se questo andrà oltre di essa.
Nell’ipotesi di scegliere un tendaggio a pannelli con misure personalizzate, si dovrà innanizitutto stabilire il numero di pannelli e la lunghezza massima del binario, che anche qui avrà o la stessa lunghezza della finestra oppure andrà ad eccedere lateralmente.
Una volta deciso questo, sarà importante stabilire di quanto i pannelli, una volta chiusi, dovranno sovrapporsi l’uno all’altro e poi fare questo semplice conteggio:
misura binario + misura accavallamento totale (dx+sx)÷ n. pannelli
ad esempio:
lunghezza binario: 200
n. pannelli: 3
accavellamento: 6 cm –> 12 cm totali
(200+12) ÷ 3 = 70,66 –> 70 cm sarà la larghezza del singolo pannello
ancora
lunghezza binario: 200 cm
n. pannelli: 5
accavallamento: 6 cm –> 24 cm totali
(200+24) ÷ 5= 44,8 –> 45 cm sarà la larghezza del singolo pannello
Schermatura della luce
Anche questa tipologia di tendaggio è pensata per avere diverse capacità di schermatura della luce, attraverso tessuti più o meno filtranti o totalmente oscuranti.
Di per sè già attraverso la definizione del numero di pannelli si può andare a definire il tipo di schermatura, e variarla spostando o sovrapponendo i teli. Ma mixare teli di diversa schermatura può permettere lo stesso tipo di effetto che si riesce ad avere con le tende morbide.
Tende a rullo
La tenda a rullo si dimostra pratica e molto sobria, ed ecco perchè spesso viene associata a stili di arredo minimali e moderni, e si adatta perfettamente ad ambienti in cui l’ingombro del tendaggio deve ridursi al minimo.
Il tessuto viene ad arrotolarsi nella parte apicale, ed il rullo può essere sia a vista che nascoto da un cassonetto, o anche da mantovane. A differenza, quindi, delle tende a pacchetto, il loro ingombro apicale è davvero ridotto.
Montaggio
Il montaggio può avvenire sia a parete, poco al di sopra della finestra, o del suo incasso, che a soffitto, ma si può sfruttare anche l’incasso della finestratura per posizonare il rullo attorno al quale si avolgerà il tessuto.
Come per le tende a pacchetto, anche queste, si posso, in fine, fissare direttamente al telaio dell’anta, con o senza foratura.
Anche in questo caso, inoltre, si possono montare più tende vicine una all’altra, soprattutto nel caso si abbiano ampie vetrature a disposizione, o più finestre vicine.
Misure
Prima di tutto è fondamentale scegliere la tipologia di fissaggio che si preferisce e che si presenta più adatto a rispondere alle diverse esigenze strutturali e/o stilistiche.
Una volta fatto questo bisognerà consideare quanto segue:
Per le tende a rullo a battente (con foratura o meno):
–larghezza: corrisponderà alla larghezza del vetro alla quale aggiungere 7 cm
–altezza: sarà uguale all’altezza dell’intero battente a cui togliere 1 cm nel caso in cui la tenda verrà fissata senza foratura; se invece si sceglie di fissare le tende al battete con viti, si dovranno aggiungere 8 cm all’altezza del vetro
Se si opta per tende a rullo a parete:
–larghezza: si dovrà considerare la larghezza della finestratura e aggiungere 4 cm
–altezza: questa corrisponderà all’altezza della finestra alla quale si aggiungereà l’altezza del meccanismo di fissaggio
Qualora si scelga, invece, di fissare la tenda a rullo al soffitto, si potranno considerare queste misure per scegliere la tenda dalle dimensioni perfette:
–larghezza: anche in questo caso, alla larghezza della finestra si aggiungeranno 4 cm
–altezza: per l’altezza, questa dovrà corrispondere alla somma tra l’altezza della finestra e la distanza tra finestra e soffitto
Schermatura della luce
Le tende a rullo offrono svariate soluzioni per la schermatura della luce, rendendo molto facile modularla attraverso la loro apertura o chiusura.
Tessuti leggeri, filtranti, oppure oscuranti, a tinta unita, o a fantasia, permettono di usare questo tendaggio secondo specifiche necessità e preferenze.
Inoltre, le si possono trovare anche nella versione “giorno e notte” dove, il tessuto utilizzato, è caratterizzato da un’alternanza di fasce trasparenti e fasce piene, che a seconda di come vengono regolate, offrono una pratica gestione del filtraggio della luce.
Tende plisettate
Questo tipo di tenda, sta diventando sempre di più una scelta frequente grazie alla sua versatilità e facilità di installazione.
Si adatta perfettamente ad ogni stile di arredo, occupa poco spazio, potendo essere fissata sia a battente che a vetro.
Ottime in tutti gli ambienti, ma estremamente pratiche in bagno, oppure in cucina o, ancora, nelle camerette dei bambini ma sono particolarmente ideali da installare sulle finestre per tetti.
La loro praticità d’uso è dovuta soprattutto alla sua struttura caratterizzata da del tessuto, spesso composito, che viene ripiegato su se stesso ripetutamente, per poi essre fissato su un supporto.
Le tende plissettate, possono essere aperte e chiuse con movimenti verticali oppure orizzontali ed alcuni modelli possono essere regolati ( quindi aperti e chiusi) sia dall’alto che dal basso.
Montaggio
Come già accennato queste tende possono essere fissate a battente, ma anche all’interno o all’esterno della nicchia di incasso della finestratura grazie all’ingombro che può risultare davvero minimo.
Il fissaggio a vetro, é di sicuro un tipo di montaggio che, d’altro canto, sta prendendo sempre più piede. Infatti, permette, semplicemente, l’incastro del supporto della tenda tra un fermavetro laterale e l’altro, non richiede supporti ulteriori o forature, ed è removibile facilmente in qualsiasi momento.
Nel primo caso i tendaggi saranno modulabili attraverso una cordicella o un’asticella che agevolerà l’apertura o chiusura del tessuto, mentre nel secondo caso basterà spostare uno oppure entrambi i supporti in alto o in basso.
Misure
La particolarità di questo tipo di tenda, risiende nel fatto che sono personalizzabili nel loro dimensionamento. Infatti, anche se molto spesso sono su misura, anche quelle con larghezze standard possono, in tutta autonomia, essere portate a misura semplicemente tagliandole, secondo esigenza.
Nel caso in cui la tenda venga posizionata all’interno del vano di incasso, questa dovrà avere la stessa larghezza dell’incasso. Per quanta riguarda l’altezza, questa corrisponderà a quella dell’incasso.
Una raccomandazione: nel caso si scelga il fissaggio all’interno della nicchia, si dovrà considerare che la tenda chusa, in alto, avrà un certo ingombro, variabile a seconda della lunghezza totale della tenda, per cui si consiglia di considerarlo soprattutto nei casi in cui ci sia un sopraluce, o comunque abbastanza spazio superiore di incasso.
Se invece, si vorrà procedere con l’installazione della tenda all’esterno del vano finestra, la larghezza sarà pari a quella della nicchia più 5 cm per lato (10 cm totali in più). L’altezza, sarà invece maggiorata, rispetto a quella della finestra di circa 7 cm .
Per tende da montare sul battente della finstra, si potrà considerare la larghezza del vetro, a cui aggiungere 1 o 2 cm, calcolando la porzione di fermavetro della finestra libera dalla maniglia. Per misurare l’altezza utilte del tendagio, ci si potrà riferire all’altezza del battente.
Se si sceglie di fissare la tenda a vetro, si dovrà considerare la larghezza del vetro più quella della guarnizione; stessa cosa per l’altezza, quindi altezza del vetro più ingombro della guarnizione.
Schermatura della luce
Le tende plissettate possono essere scelte in base alle proprie esigenze. Possono essere definite da tessutii filtranti, che lasciano, quindi, passare la luce facilmente, oppure oscuranti, assicurando buio totale.
Inoltre, il fatto che alcune possano essere regolate sia in alto che in basso, permette di poter regolare ulteriormente la luminosità della stanza, coprendo o scoprendo il vetro della finestra.
Le tende plissettate si dimostrano molto utili anche nei soggiorni quando, per esempio, si ha la necessità di mascherare il riflesso della luce sullo schermo del televisore. Spostando parzialmente il tendaggio, si può assicurare luminosità all’interno della stanza, eliminado però, il fastidioso riflesso della luce naturale sulla tv.
Tende veneziane
Un tendaggio dalle origini lontane e antiche, queste possono essere scelte se si vuole un tocco di carattere e di personalità. Consigliate soprattuto in legno, per assicurare fascino e matericità, esistono, in realtà, in molti materiali e colori, e permettono di modulare la luce all’interno di un ambiente, garantedo sempre privacy.
Sono, infatti, caratterizzate da lamelle orizzonatali connesse tra loro lateralmente, che possono essere aperte e chiuse attraverso un ‘asticella.
Questo è un tipo di tenda utile per chi vuole un effetto più “drammatico”, con un impatto sicuramente più deciso non solo estetico, ma anche percettivo rispetto alla luminosità di un dato ambiente.
Montaggio
Le venziane possono essere fissate facilemente, direttamente sul battente della finestra con o senza fori, ma anch ea parete o a soffitto, e questo a seconda dell’effetto che si vuole ottenere, dalla conformazione della finestratura e dal fatto se si vogliano o meno associare altre tipologie di tende, come quella a teli morbidi.
Misure
Sarà importante capire il tipo di fissaggio che si desidera e quindi, solo a quel punto, si potranno valutare le misurazioni utili da effettuare per definire le dimensoni esatte delle veneziane.
Fissaggio su battente: la larghezza sarà pari a quella del vetro a cui si aggiungeranno 2 cm. L’altezza sara invece pari a quella del vetro, più 6 cm.
Fissaggio a parete: in questo caso la larghezza sarà pari a quella dell’intera finestratura, metre l‘altezza corrisponderà a quella della finestra, più quella dell’ingombro della ripiegatura del tendaggio.
Fissaggio a soffitto: la larghezza da considerare sarà uguale a quella dell’intera finestra, mentre l’altezza corrisponderà a quella della finestra più la distanza tra soffitto e finestra (o nicchia).
Schermatura
Come già accennato in precedenza, è l’apertura e la chiusura delle lamelle orizzonatali a definire il grado di filtraggio della luce nella stanza, influenzando anche la sua direzione e diffusione nell’intero ambiente.
Anche la grandezza delle lamelle, definirà il grado massimo ed i gradi intermedi di filtraggio della luce. Infatti, lamelle più strette, determineranno anche spazi più ridotti di passaggio della luce, una volta che queste saranno completamente o parzialmente aperte. Al contrario, lamelle più larghe garantiranno interspazi più grandi e quinidi maggior passaggio di luce.
Un altro fattore di modularità di filtraggio, è definito dalla possibilità di sollevare l’intero blocco lamelare una volta chiuso, permettendo di scoprire l’infisso e quindi di far passare maggiore luce, o meno, a seconda dell’altezza in cui venga bloccata la tenda. Ne risulterà, quindi, una doppia modularità del filtraggio della luce.
Tende verticali
Queste tende, nate ed utilizzate negli anni passati massivamente negli uffici, negli ultimi anni stanno conquistando terreno nel mondo dei tendaggi per gli ambienti abitativi.
Caratterizzati da lamelle o bande in tessuto semirigido che possono essere di varia larghezza, sono un’ottima opzione soprattutto quando si presentano ampie vetrate.
La loro apertura e chiusura avviene su due direzioni, modulabili attarverso delle cordicine, oppure elettricamente. Infatti, le bande possono sia essere orientate su un proprio asse verticale, e quindi aperte o chiuse, che venire ripiegate le une sulle altre, oppure affiancate, scorrendo lateralmente.
Sono essenziali ed eleganti, possono adattarsi a più stili, e sono perfette nelle zone giorno o anche negli studi.
Montaggio
Queste tipologie di tende sono adatte ad un fissaggio a parete oppure a soffitto. Ovviamente, essendo tendaggi adatti ad ampie vetrate, si ritiene che l’ideale sarebbe quello di fissarle a soffitto per accentuare la percezione del tendaggio e dell’ampiezza dell’area interessata.
In ogni caso, come per gran parte dei tendaggi, l’importante sarà valutare un montaggio che allontani le lamelle da eventuali ostacoli, come la maniglia, considerando anche che si dovrà permettere la rotazione della lamella su ste stessa.
Inoltre, sarà importante valutare la tipologia di apertura laterale della tenda che dovrà rispondere a diverse esigenze, tra cui la conformazione della finestratura e quindi la tipologia di apertura della stessa.
Infatti, le tende verticali possono scorrere lateralemente in modo da aprirsi totalmente a destra oppure a sisnistra, ma si può prevedere anche un’apertura centrale, che preveda lo scarico delle bande solo a destra o solo a sinistra.
Misure
Tendenzialmente, a seconda dei casi e dopo un’attenta valutazione strutturale e stilistica, si può scegliere di creare un tendaggio che abbracci l’intera finestratura e/o l’intera parete.
Quindi la larghezza sarà pari alla larghezza della finestratura e/o della parete interessata, mentre l‘altezza sarà pari o all’altezza da terra al soffitto meno l’ingombro del binario di fissaggio (nel caso di fissaggio a soffitto) oppure all’altezza del tendaggio a cui si dovranno aggiungere i centimentri della staffa di fissaggio a parete, se si intenderà posizionarla subito al di sopra della nicchia di incasso.
Schermatura
Il doppio movimento delle lamelle permette di modulare il filtraggio della luce ed è essenzialmente questa caratterisca a definire il grado di schermatura della luce. Anche se vengono caratterizzate da tessuti sia filtranti che oscuranti, infatti, questi non si presentano mai leggeri e fini.
Criteri di scelta del giusto tendaggio
Ora che abbiamo analizzato le tipologie principali di tenda, possiamo capire come scegliere quella più giusta.
Ci sono vari aspetti da tenere in considerazione per ottenere, come risultato finale, ambienti armonici, accoglienti ed equilibrati, sia da un punto di vista funzionale che estetico.
Innanzitutto, bisogna contestualizzare il tipo di tendaggio rispetto allo stile di arredo che si è definito e in base alla distribuzione degli elementi.
Ad esempio, se nelle vicinanze di una finestra è collocato un camino è preferibile optare per tende a vetro o a battente, poco ingombranti. Oppure, nel caso di boiserie, inserire dei tendaggi lunghi e morbidi, potrebbe esaltare l’immagine totale della stanza, dando confortevolezza ed eleganza.
Per esaltare arredi moderni e di carattere, la scelta migliore potrebbe essere quella di optare per tende a rullo o a pannello, magari affiancando singoli teli, per creare una composizione personalizzata e che regali movimento visivo.
Se si definisce una zona relax, con seduta sotto la finestra, sarà impossibile imporre nello spazio un tendaggio lungo. Piuttosto, sarà utile scegliere tende più corte, che regalino personalità e che esaltino l’area, aumentandone l’accoglienza percettiva.
Altra cosa da tenere in considerazione è il tipo di ambiente in cui si va a collocare un determinato tipo di tenda.
In cucina, ad esempio, potrebbe essere preferibile scegliere tende facili da smontare e lavare e che non siano eccessivamente ingombranti, e quindi anche pericolose, soprattutto nel caso di finestre vicino la zona fuochi.
Ancora, in camera da letto, spesso si può optare per tendaggi morbidi accoglienti e confortevoli, anche se non è oggettivamente l’unica opzione valutabile. In bagno, è spesso preferibile collocare tende essenziali, minimali e molto pratiche, eliminando ingombri inutili e che rischiano di chiudere troppo la stanza.
Anche il tipo di finestra, ci pone davanti delle scelte, alle volte più o meno obligate. Ad esempio in presenza di finestrature a scorrimento, via libera a tuti i tipi di tendaggi fissabili in nicchia, oppure a parete o a soffitto, ma, al contrario, da non prendere in cosiderazione tendaggi con montaggio a vetro o a battente.
Dove la nicchia di incasso della finestra non prevede una grande spaziatura tra montate e faccia superiore della nicchia, è sconsigliabile una tenda da fissare proprio all’interno di questa, se troppo ingombrante una volta chiusa.
In presenza di cassettoni, è necessario inglobare questi nel tendaggio per avere un effetto elegante e confortevole.
Anche la tipologia di schermatura desiderata, ovviamente, incide sulla scelta del tipo di tendaggio.
In camera da letto, avere a disposizone tendaggi che possano oscurare completamente la zona è sicuramente un valore aggiunto, anche per garantire la massima privacy quando necessario.
Tende più leggere sono, invece, collocabili in zone soggiorno o anche in cucina.
Abbiamo già fatto l’esempio, in precedenza, della TV posta frontalmente la finestra, e anche se questa condizione andrebbe eviatata, questo non è sempre possibile ( leggi l’articolo dedicato al posizionamento del televisore, qui).
In queste circostanze, tendaggi oscuranti, in associazione a quelli più leggeri e filtranti, possono aiurare ad eliminare il riflesso sullo schermo del televisore.
Un altro criterio di valutazione per la scelta delle giuste tende, è rappresentato dai tessuti e dai materiali che le caratterizzano.
Infatti, si può spaziare dai filati naturali come lino, cotone e canapa, o da quelli in acrilico, poliestere, Pvc, fino ad arrivare a materiali come alluminio o legno, utilizzati allo stato grezzo ma anche rivestiti o verniciati.
Per quanto riguarda i tessuti, quelli naturali, sapranno sempre esaltare la matericità del tendaggio, dando un aspetto più autentico e di prestigio all’ambiente.
Ad ogni modo, non sempre sono da escludere i tessuti sintetici, soprattutto se dimostrano una buona qualità, e rispondono egregiamente sia alla struttura della tenda che alle sue caratteristiche di prestazione.
Da evitare, però, i tendaggi enormemente economici perchè daranno facilmente un aspetto poco ricercato e dozzinale al tuo ambiente. Molto spesso, infatti, questi tessuti non riescono a tenere ” la forma”, cadendo in modo disarmonico o ripiegandosi in modo irregolare.
Tende come le veneziane, invece, offrono la possibilità di scegliere tra pvc, alluminio e legno. Sicuramente, quest’ultimo permette di assicurare naturalità all’area di finestratura e di legarsi emotivamente all’ambiente circostante, ma sia l’alluminio che il pvc offrono praticità di mantenimento e leggerezza di istallazione esaltando un ambiente più moderno.
Esistono poi casi in cui le tende debbano avere delle caratteristiche tecniche specifiche, in quanto da collocare in punti particolari della casa.
Ad esempio, in prossimità di fonti di calore, come camini e piani cottura, sarebbe preferibile optare per tessuti ignifughi.
Ma non solo, infatti nel caso di bioserre, ad esempio, oppure per migliorare le prestazioni energetiche di un’abitazione, scegliere delle tende con tessuti termici, aiuta ad isolare gli ambienti dal freddo, o dal caldo.
Mixare tra loro diverse tipologie di tende
Molto spesso, siamo abituati a pensare, e a vedere, stanze caratterizzate da un solo tipo di tendaggio, oppure ad accostare teli diversi, ma della stessa tipologia. Questa, però, non sempre è l’unica scelta valutabile o addirittura la più adatta, senza contare che mixare tra loro diverse tipologie di tende, variabili in tessuto, colore e struttura, rende possibile creare punti di grande personalità ed unicità, dando calore e ricercatezza all’intero ambiente.
Un mix sempre vincente è dato dall’accostamento delle tende morbide con quelle a pacchetto, ma anche con quelle a rullo, plissettettate o ancora con le veneziane , che permetteranno di mixare, senza troppe difficoltà, tessuti e/o materiali, giocando con volumi, texure, gradazioni di filtraggio della luce, etc.
Allo stesso tempo, funzionano benissimo anche mix tra tendaggi rigidi, come ad esempio, nel caso in cui si scelgano tende a pannello da associare a tende a rullo, o ancora plissettate. Queste composizioni daranno ordine visivo immediato ed esalteranno l’essenzialità dell’ambiente.
In linea di massima, comunque, per dare vita a delle composizioni funzionali e piacevoli, in grado di valorizzare l’ambiente , consiglio di tenere a mente sempre quattro aspetti:
funzionalità
tessuti
colori e fantasie
obiettivo
Funzionalità. Quando si vuole comporre un assetto specifico con due o più varianti di tendaggi, è importantissimo analizzare come si vive un dato ambiente e quindi a quali bisogni ogni tenda deve saper rispondere, senza dimenticare di valutare se tali necessità variano durante l’arco dell’intera giornata, ed in che modo.
Si potrebbe volere, oppure aver bisogno, di un tendaggio a vetro oscurante, in grado di ostavolare vista e luce, in associazione a qualcosa di più leggero che vesta l’ambiete e che lo caratterizzi per gran parte della giornata, lasciando filtrare la luce.
Un’altra esigenza che potrebbe nascere, potrebbe essere quella di proteggere la visione dall’estreno per gran parte del giorno, ma al contempo aver bisogno di lasciare facilmente filtrare la luce all’interno della stanza. In questo caso, un tendaggio più leggero, anche se coprente, potrebbe dare la risposta giusta, ma accostandolo ad uno più pesante, di sera, oppure per vedere la tv, si potrà garantire una schermatura ed una protezione totale da sguardi indiscreti.
Per gli amanti di tendaggi comunque leggeri e non troppo oscuranti, sovrapporre diversi tipi di tende, ma di tessuti di medio o leggero filtraggio, potrebbe essere un buon modo per modulare luce e visibilità senza inserire elementi di natura più impattante.
Ecco che quidi potrebbero essere scelti teli morbidi assieme tende a pacchetto, oppure plissettate o ancora a rullo, ma anche soluzioni più articolate e rigorose.
Tessuti (o materiali). Anche la scelta dei tessuti è importante, ed è strettamente correlata alla funzionalità delle tende.
La combinazione dei giusti tessuti e materiali può sicuramente fare la differenza, innanzitutto, per rispondere totalmente ai bisogni di chi vive quel dato ambiente, ma anche per crare un assetto armonico e ben bilanciato.
In generale, è sempre consigliabile modulare la composizione mixando tessuti o materiali di diversa natura, questo darà movimento visivo e regalerà un aspetto sofisticato e ricercato, senza appesantire.
Da evitare, invece, composizoni con tessuti e materiali del tutto oscuranti, il rischio è quello di chiudere ed appensatire troppo l’intera area. L’unica alternativa se si vogliono utilizzare solo tessuti oscuranti è quella di non creare composizioni e mantenere un solo tendaggio.
Colori e fantasie. Quando si procede con la scelta di diverse tende da mixare, inserendo una fansia o volendo più colori, la regola base, rimane quella di creare accostamenti in grado di rendere uno solo dei due tendaggi il punto focale della composizione.
In questo modo si darà maggiore risalto a tutta l’area, senza eccessi.
Per un ambiente”pulito” ed “ordinato” il mio consiglio, è di puntare esclusivamente sui colori, scegliendo cromaticità già presenti nella stanza.
Se ti piace qualche tocco di particolarità, ma senza eccedere, punta invece, su bordi, nodi, traforature o decori, sempre per uno solo dei due tendaggi, mentre l’altro rimarrà semplice e minimale.
Per gli amanti di ambienti un po’ più particolari e impattanti, o semplicemente per le fantasie, si può valutare sicuramente un decoro caratterizzante (sempre solo su uno dei due tendaggi).
Ma attenzione anche a non eccedere e a non inserire elementi grossolani. Il mio consiglio, è quello di scegliere soluzioni di personalità, ma che siano sempre in accordo e in armonia con gli altri elementi della stanza, e che aggiungano ricercatezza stilistica.
La cosa da tenere a mente, nel caso delle fantasie, è che questa non dovrà mai sovraccaricare l’ambiente ma esaltarlo, e laddove siano già presenti tessuti lavorati e a fantasia all’interno della stanza, si renderà necessario creare un assetto non caotico e disequilibrato. Si consiglia quindi, in questo caso, di coordinare i due tessuti, oppure di sceglierli rendendo uno solo dei due il vero protagonosta dell’assetto totale della stanza, mentre l’altro assumerà un ruolo secondario in grado di esaltare la fantasia principale.
Obiettivo. La scela dei tendaggi, che siano singoli oppure accostati tra loro, rispondono sempre a dei bisogni progettuali. Quindi, ovviamente, la loro installazione, oltre ad avere un significato funzionale, permette di rendere completo e ben equilibrato l’assetto dell’intero spazio. Seconodo quanto appena detto, le tende possono “semplicemente” perfezionare la progettazione della stanza e quindi affinare le scelte stilistiche e cromatiche, oppure possono inserirsi nel contesto, definendo dei punti di grande focus visivo sia in relazione all’intero ambiente, oppure per specifiche zone funzionali.
E sapere che ruolo dare al tendaggio, è di fondamentale importanza per sviluppare con precisione l’intero progetto della stanza. Quindi, in acuni casi, sarà di particolare rilevanza decidere prima di ogni altra cosa il ruolo che avranno le tue tende, per poi costruire il progetto.
Ora che hai a disposizione tutte le informazioni per scegliere le tende giuste, non ti resta che rendere la tua casa perfetta!
(foto Pinterest)
Parliamone!
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Ecco arrivato il momento di conoscere meglio il nuovo Colore Pantone del 2025!
Dalla moda, alla cosmesi, al design d’interni, il Mocha Mousse ha tutti gli ingredienti per essere proclamato, il re indiscusso dei colori di quest’anno.
Ha una natura ricca e calda, è in grado di evocare sensazioni di relax, farti sentire avvolto, coccolandoti e lasciandoti confortato da un abbraccio delicato e raffinato.
Ed ecco perchè è proprio la scelta vincente se vuoi una casa elegante, autentica ed accogliente, e che sappia regalarti distensione ed armonia emotiva.
In quali stanze della casa utilizzare il Mocha Mousse
Se ti stai chiedendo in quale stanza inserire questo colore, puoi optare senza dubbio per ambienti come camera da letto, soggiorni ed angoli relax. In questo modo andrai sul sicuro ed otterrai ambienti dove distensione emotiva ed il sentirsi coccolati saranno una garanzia!
Ma non sono le uniche opzioni.
Se, infatti, ti piacciono in generale, ambienti ricerati, ma anche che ti connettano al tuo io interiore, potenzialemente tutti gli ambienti sono adattissimi ad essere caratterizzati da questo colore. Via libera quindi anche a cucine e bagni dall’aria ricercata e confortevole!
Come inserire il Mocha Mousse in casa
Pittura e carta da parati.
Uno dei modi per inserire questo colore in casa è quello di stenderlo sulle pareti con una pittura.
Scegli di utilizzarlo su tutte le superfici verticali della stanza se vuoi un effetto avvolgente e caldo.
Concentralo su una singola parete o su una porzione di uno spazio, se invece vuoi creare un punto di fuoco interessante o se vuoi definire funzionalmente nello spazio un’area della casa.
Un modo per creare un movimento visivo, invece, potrebbe essere quello di definire delle alternaze in prospettiva, intervallando sulle pareti, il Mocha Mousse ad un colore più chiaro.
Puoi applicare anche della carta da parati. Questo tipo di rivestimento garantisce effetti molto interessanti che si riversano sull’intero ambiente. Da quelle più delicate, a quelle materiche, dalle geometriche a quelle monocolore, potrai anche decidere in quali proporzioni inserire il Mocha Mousse nella stanza, ottenendo piccoli tocchi, sfumature od ombre, fino ad arrivare ad un colore pieno e di grande presenza con le carte da parati effetto tessuto, ad esempio!
Riverstimenti
I rivestimenti sono un buon modo per utilizzare nell’ambiente questo colore.
Sia sulle pareti che per i pavimenti, legno, gres, microcemento o resine, ma anche pvc, sono tutti esempi di rivestimenti che possono essere scelti in questa variante cromatica… e perchè non optare per una boiserie proprio in Mocha Mousse?
Inoltre, sia che tu lo scelga per i pavimenti o per le pareti, avrai massima libertà di scelta, potrai infatti decidere se includerlo in piccoli accenni oppure se optare per una soluzione più idiffusa nell’ambiente.
Mobili e complementi.
Gli elementi di arredo permettono di modulare facilmente la presenza di questo colore all’interno di una stanza, quindi in base a come verrà distribuito otterrai differenti risultati percettivi.
Ad esempio, potrai focalizzare l’attenzione su un elemento di arredo specifico, come ad esempio il divano, scegliendolo come unico elemento di questo colore. La rottura cromatica, permetterà di dare maggiore risalto all’arredo scelto.
In alternativa, puoi dstribuire questo colore in più punti nella stanza, inserendo diversi elementi, creando accenti cromatici diffusi, che esalteranno il movimento visivo.
In questo, potranno esserti utile non solo gli arredi ma i complementi!
Inserisci, quindi, elementi come cuscini, lampade, quadri, pouf, contenitori, vasi e decorazioni murali, e distribuiscili nello spazio coprendo tutti i piani di fuoco visivo, dal basso fino in alto. Questo contribuirà a definire movimento cromatico ed aiuterà chi guarda a spaziare per l’intero ambiente captandone i particolari.
Puoi inserire il Mocha Mousse nella stanza anche attraverso i tessili, come tende e tappeti.
In questo modo darai risalto alla percezione dell’intero spazio ponendo l’attenzione su punti come il pavimento oppure le finestre.
Ponendolo a terra darai maggiore possibilità di percepire interamente lo spazio, a partire proprio dal pavimento, elemento che spesso (anche se non sempre) rimane a fare “da cornice” all’arredo di una stanza.
Ponendolo in corrispondenza delle finestrature darai carattere alle pareti, inglobando nella percezione la luce, che esalterà tutte le sfumature cromatiche e le ombre dei tendaggi, accentuando la connotazione avvolgente e morbida del Mocha Mousse.
Legno – cuoio – vetro.
Scegliendo il legno in colorazioni calde che ricordino proprio il Mocha Mousse, potrai inserire il Colore Pantone del 2025 potendo contare su un elemento sempre importante in casa, grazie alle sue caratteristiche spicologiche in grado di evocare eliminazione dello stress, accoglienza e confort.
Potrai sceglierlo per i tuoi pavimenti regalando calore intenso a tutta la tua casa, oppure potrai posizionare tavoli o, acora, sedie, ma anche madie e librerie; potrai rivestirne le scale, oppure potrai inserirlo attraverso lampade od elementi decorativi di varia natura. L’importante sarà dosare la sua presenza portando alla definizione di ambienti armonici.
Anche altri materiali come il vetro, oppure il cuoio, o ancora la terracotta, potrebbero essere tutti elementi utili per regalare questa componente cromatica all’ambiente.
Tutti elementi che abbracceranno il lato più inconscio e primordiale del tuo io. Potrai giocare con questi materiali per dare connotazioni confortevoli, spirituali, leggere, materiche o di carattere, all’ambiente.
Con quali colori abbinare il Mocha Mousse
Questo è un colore attraverso il quale si possono creare facilmente accostamenti di carattere, oppure eleganti e raffinati.
Vediamo quindi alcune delle combinazioni tra le più interessanti!
il Nero
Il nero, con la sua natura intrinseca, riesce a far emergere il lato più potente del Mocha Mousse, creando atmosfere decisamente di carattere.
Che sia inserito come accenni sparpagliati, o che venga inserito nel contesto con più prepotenza, riesce ad esaltare benissimo questo colore .
Quindi, nessuna paura di utilizzare questo colore nel tuo ambiente, servirà solo dosarlo, rispetto alle caratteristiche della stanza, e al tuo obiettivo. Gli ambienti risulteranno sempre stimolanti, ma anche controllati e dove la sicurezza emotiva farà coppia con atmosfere confortevoli e accoglienti del Mocha Mousse.
il Grigio
Elegante, sobrio e minimale, risulterà essere l’accostamento tra il Mocha Mousse ed il grigio, soprattutto se chiaro o chiarissimo.
Mano a mano che le tonalità del grigio si scuriscono si possono amplificare connotazioni più rigorose e forti del progetto della stanza.
Questa è un’associazione interessante, che permette di far spaziare notevolmente tra gli stili di arredo, dal “tradizionale” Industrial, al moderno, fino al new country, passando per un classico contemporaneo, etc.
il Verde
Ottima l’associazione tra il Mocha Mousse ed i verdi. Sempre attuale la scelta di verdi come il salvia, il malva o il menta, ma via libera anche a verdi più profondi per ambieniti più avvolgenti ed immersivi.
Sicuramente, con questo tipo di associazione potrai ottenere ambienti stimolanti, ma allo stesso tempo delicati, in cui i due colori creeranno una “danza” percettiva equilibrata ed incentrata sull’armonia interiore.
il Bianco
Per ambienti luminosi, candidi, accoglienti e raffinati, associa il Mocha Mousse con questo colore, ancora meglio se andrai a distribuire varie gradazioni di bianco all’interno dello spazio. In questo modo l’ambiente che ne risulterà non sarà mai percepito né piatto né anonimo, ma anzi ti farà sentire subito accolto.
Ambienti impostati con questi due colori ti immergeranno in atmosfere rilassanti, dove la riflessione, la calma ed il riposo emotivo saranno al centro della percezione della stanza.
il Marrone
Scegliendo il tono su tono, variando con le diverse gradazioni di marroni e beige otterrai un ambiente avvolgente, estremamamente rilassante e naturale.
Ovviamente non sarà necessario utilizzare solo cromie terrose, ma alternandole con elementi a contrasto, o inserendone altre neutre, si avrà un risultato interessante e movimentato.
i Rosa e i Rossi
Se desideri accostamenti caldi, raffinati, oppure giocosi e luminosi, o anche insoliti, puoi optare per accostare il Mocha Mousse con diverse gradazioni di rosa e rossi.
Se aspiri a risultati più delicati, raffinati e meno impattanti, i colori come il cipria, il rosa antico oppure il rosa malva, potranno fare al caso tuo.
I rosa più accesi e intensi, sapranno dare un aspetto giocoso e stimolante ai tuoi ambienti, dandoti l’opportunità di creare atmosfere insolite e di spiccata personalità.
I borgongna, i bordeaoux, oppure i marsala sapranno creare atmosfere intense, avvolgenti e stimolanti pur mantenendosi raffinate.
Rossi più accesi, creeranno atmosfere intriganti e di notevole carattere, in contrasto con le note più delicate e confortevoli del Mocha Mousse, per realizzazioni interessanti di forte contrapposizione percettiva.
l’Arancione
Per esaltare le tonalità calde, ma allo stesso tempo donare l’uminosità ed energia all’ambiente, anche l’arancione è un colore che si può tenere in considerazione in accostamento con il Mocha Mousse.
Dalle tonalità terracotta fino alle colorazioni più chiare del pesca, puoi creare ambienti di grande personalità.
Anche qui, le definizioni percettive cambieranno in base alla tonalità scelta, maggiore sarà l’intensità e la gradazione dell’arancione e più potente risulterà la spinta cromatica nell’ambiente. I toni più chiari saranno utili per donare luminosità e giocosità ad un ambiente sicuramente stimolante.
il Blu
Istintivamente, il blu porta a creare ambienti ricercati, ed in associazione al Mousse Mocha, potrai creare atmosfere rilassanti di buon gusto e di grande stile .
Anche in questo caso potrai spaziare su tinte dalle diverse tonalità, garantendoti sempre ottimi risultati.
Se vuoi ambienti luminosi, sereni e creativi puoi affidarti alle tonalità più chiare, mentre se vuoi ambienti più profondi ed impattanti, spazia nelle tonalità più scure, da quelle brillanti a quelle più intense, passando per i turchesi od il blu petrolio.
Anche le varianti più polverose sono ottime se vuoi creare ambiente raffinati, rilassanti ed in grado di avvvolgere emotivamente.
Il Mocha Mousse ed i metalli
ll Mocha Mousse è un colore che porta con se cromaticità calde e stimolatnti, per cui si accosta perfettamente con i metalli dorati e con l’ottone, anche se brunito.
Interessante può essere anche il suo accostamento con metalli come il rame oppure l’oro rosa, ma altrettanto di sicuro effetto, il contrasto definito con i metalli cromati e freddi.
Per un risultato più sofisticato, invece, la scelta vincente può essere quella di optare per metalli spazzolati oppure bruniti.
…insomma, questo è un colore che si adatta benissimo ad ogni stile ed ambiente, in grado di donare alla tua casa sfaccettature interessanti e può essere calibrato secondo gli obiettivi percettivi che si vogliono raggiungere!
E a te questo colore piace?
(Foto: Pinterest)
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Avere a disposizione ampi bagni non è sempre possibile, anzi, ma anche nei casi di bagni molto spaziosi, poter riuscire a sfruttare al meglio tutti gli angoli, può rivelarsi utile, se non fondamentale.
Ecco che, quindi, lo spazio attorno e al di sotto della finestra, può essere una zona interessante per poter posizionare arredi, per ricavare degli ulteriori vani contenitori, od inserire elementi decorativi, oppure, ancora, per avere un bagno dalla personalità inconsueta.
Come sfruttare l’area sotto e attorno alla finestra.
Scelte “canoniche”.
Un primo modo, è quello di definire in questo punto del bagno il vano doccia. Questa, è una scelta che ormai è diventata piuttisto diffusa, soprattutto nei bagni più piccoli, oppure in quelli stretti e lunghi, ma in ogni caso, è un’ottima soluzione per non avere l’ingombro della doccia e per dedicare gran parte dello spazio agli altri arredi.
In ogni caso, ho parlato già di questa soluzone in maniera più approfondita in un altro articolo, quindi se sei interessato a saperne di più, continua a leggere qui).
Quando lo spazio è ridotto, ma comunque abbastanza agevole e il nostro obiettivo è quello di poter avere sia una doccia che una vasca (o solo la vasca), si può assolutamente ragionare sulla possibilità di posizionare proprio quest’ultima al di sotto della finestra.
In questo modo, ancora una volta, la gran parte dello spazio potrà essere sfruttato per posizionare gli altri elementi, dando una percezione, nel suo complesso, più ampia e ariosa dell’ambiente.
In base alla confomazione del bagno, e ovviamente al posizionamento della colonna di scarico, si potrebbe scegliere di posizionare wc e bidet ai lati una finestra.
In questo caso, è consigliabile evitare il più possibile la zona al di sotto, per una questione di sicurezza e di privacy.
Nel caso in cui la scelta sia, invece, obbligata, e quindi i sanitari vadano installati al di sotto della finestra, il consiglio è quello di cercare di posizonare il bidet, piuttisto che il wc, in corrispondenza diretta della finestra.
Il lavabo, una scelta “coraggiosa”.
Una scelta sicuramente non canonica, potrebbe essere quella di sfruttare questa area del bagno per posizionare il lavabo. Che sia un bagno di servizio oppure un bagno padronale, potrebbe rivelarsi una scelta interessante, inusuale e, quindi, in grado di impartire con semplicità una grande personalità all’ambiente.
In questo caso, però, sarà opportuno valurare con cura le soluzioni più giuste per il posizionamento del mobile lavabo, ma soprattutto di specchio e miscelatore.
Nei casi più “comodi”, si potranno collocare semplicemente questi elementi in corrispondenza dello spazio laterale rispetto alla finestra.
Laddove, invece, siano presenti due finestre vicine, anche sfruttare lo spazio tra di esse, potrebbe rivelarsi una scelta interessante..
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Quando le caratteristiche della finestra permettono l’inserimento di un lavabo, ma ostacolano l’installazione del miscelatore, questo potrà essere posizonato lateralmente al lavabo. La cosa importante, sarà solo quella di sceglierlo con un design comodo per il suo utilizzo, come quelli con corpo alto. In questo modo, sarà possibile lavare mani e viso senza nessun disagio.
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Lo specchio, è quell’elemento che potrà davvero fare la differenza, perchè la scelta di ancoraggio e di posizonamento, sarà quello che definirà in maniera preponderante lo stile del bagno.
Soluzioni telescopiche potranno ridurre l’ingombro visivo dello specchio, che potrà essere ruotato nella posizione più comoda durante il suo utilizzo. Al contempo, quando “richiuso” e addossato alla parete, sarà in grado di riflettere ottimamente la luce proveniente dalla finestra, esaltando la luminosità del bagno stesso.
Si potrà optare anche per specchi fissi ancorati al soffitto o/e al piano, oppure alla parete laterale. Questa è un’opzione valutabile suprattutto nel caso di bagni con finestre con ante scorrevoli o a ghigliottina, o ancora a bilico, o anche nei casi in cui la finestra sia centrale rispetto allo spazio utilizzabile e non occupi tutta la parete.
In questi casi lo specchio potrà essere posizionato lateralmente al lavabo, oppure frontalmente.
Un’altra scelta interessante, potrebbe essere quella di creare un antone con specchio integrato e a scorrimento laterale, che possa, a seconda del bisogno, essere spostato, sia per utilizzarlo, sia per aprire o chiudere la finestra.
Illuminazione.
Nel caso si prenda la decisione di posizonare il lavabo sotto la finestra, sarà importante progettare in modo accurato l’illuminazione dello specchio. In quasi tutti i casi evidenziati, infatti, questo elemento risulterà “immerso” nella luce naturale, e questo porterà ad un forte contrasto tra l’illuminazione di fondo e l’immagine riflessa, facendo risultare, proprio quest’ultima, completamente in ombra.
La raccomandazione è quindi quella di scegliere uno specchio con luce (preferibilmente neutra) integrata, oppure di incentivare il più possibile l’illuminazione a soffitto, o laterale, che illumini la superficie specchiata (e non la persona riflessa) .
In questo modo si andrà a “neutralizzare” il contrasto tra illuminazione retrostante e superficie specchiata permettendo una resa perfetta e confortevole dell’immagine riflessa.
Altre idee.
Se ancora non sei soddisfatto di come poter utilizare questa zona, puoi sfruttarla per inserire nicchie, scaffalature, oppure mobiletti su misura. Potresti usarla anche per posizionare un portabiancheria o delle piante, oppure degli sgabelli.
In questo modo, potrai avvalerti dello spazio al di sotto e attorno alla finestra, o per dare una percezione più confortevole del bagno, oppure potrai creare degli spazi aggiunvi, in cui riporre prodotti per l’igiene, asciugamani, tappetti etc. etc.
(foto Pinterest)
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Se stai cercando un modo facile e pratico di inserire in casa (ma, ad esempio, anche in ufficio, in negozio, in palestra o nel tuo ristornate) del verde, ricordati che hai la possibilità di sfruttare le piante stabilizzate.
Amiche della natura, biodegradabili ed ecologiche, queste piante sono utili non solo per tutti gli amanti del verde in casa, ma anche per chi non ama particolarmente prendersene cura, oppure, per chi non ha dimestichezza in tal senso. Infatti queste sono piante che non necessitano di alcuna manutenzione e rimangono intatte per anni. Questo è possibile grazie a diversi processi che, attraverso soluzioni con glicerina o alcoliche, permettono di mantenere inalterate le condizioni di piante, alberi, foglie, muschi e fiori come al momento della raccolta o dell’inzio del trattamento. Inoltre, ne possono essere esaltati i colori naturali oppure essere modificati.
Ma perchè sceglierle?… Scopriamolo insime
Tutti i vantaggi delle piante stabilizzate
-Non richiedono manutenzione: lo abbiamo già detto, ma questa è una delle qualità che le rende una scelta ottimale. Il processo al quale sono sottoposte queste piante infatti le mantiene inalterate nel tempo, senza doversi preoccupare di acqua e luce. Questo implica anche che non ci si deve proccupare di scegliere e di garantire nel tempo il giusto terriccio o concime e che possono essere posizionate anche in punti particolari.
– Non crescono mai: eh già! Chi ha in casa le piante sa perfettamente quanto anche questo aspetto possa influire sulla scelta di una pianta e sulla sua gestione e posizionamento all’interno di una stanza.
Con le piante stabilizzate si possono invece creare composizioni o installazioni definendole al millimetro ed in modo che risultino sempre gradevoli ed equilibrate con gli altri elementi.
Inoltre, questo permette anche di scegliere alberi o piante da posizionare in angoli o in punti di passaggio, senza che diventino ingombranti oppure di ostacolo.
Senza contare che possono essere collocate in punti anche poco comodi come il soffitto o la parte alta delle pareti, senza appunto doversi preoccupare della loro crescita.
-Puoi scegliere varie soluzioni: In commercio ci sono molti tipi di piante, fiori, alberi, muschi e licheni (dalle specie più comuni a quelle più rare e particolari) che possono comporsi variando in colore, grandezza, forma e che che possono far nascere diversi “motivi” decorativi. Infatti, dai pannelli preformati o a quelli su misura, dalle composizioni eterogenee ed eclettiche a quelle più delicate ed uniformi, puoi contare su una pressochè infinita di possibilità di composizione e personalizzazione.
Tieni anche sempre in mente che non solo possono essere decorate porzioni o intere pareti, ma anche tavoli, quadri, lampade, specchi, mensole, divisori e molto altro!
– Matengono un forte impatto emotivo: come tutte le piante, anche queste riescono a dare importanti stimoli per il nostro benessere psico-fisico. Infatti contribuiscono a ridurre fortemente lo stress, aiutando il relax, la creatività, la concentrazione e la riconnessione con se stessi.
Quindi, senz’altro, questo aspetto può essere un ottimo incentivo per inserire questi elementi, dalle capacità multifunzionali, all’nterno della nostra casa.
-Posizionabile ovunque: seppur anche le piante non stabilizzate possono potenzialmente essere collocate in tutti gli ambienti di casa, compresa la camera da letto, è anche vero che avendo necessità chimico-fisiche specifiche è sempre necessario sceglierle con attenzione in base alle loro caratteristiche e necessità.
Ma ormai sappiamo che questo non è altrettanto vero per le piante stabilizzate che quindi potranno davvero vestire ogni angolo della tua casa dagli angoli più bui e nascosti fino al soffitto, senza nessun problema.
Attenzione solo ad alcune conidizioni che magari agevolano maggiormente alcuni tipologie di piante rispetto ad altre, regalando una resa ottimale e più longeva.
Ad esempio nel bagno sono ottimi i muschi, i quali garantiscono prestazioni estetiche migliori proprio grazie all’umidità presente in questo spazio della casa.
Piccoli consigli
Le piante stabilizzate pur avendo una buona longevità, sono comunque soggette a piccoli e lenti cambiamenti, soprattutto del colore, ma questo è precesso assolutamente fisiologico (perchè, dopotutto, niente è eterno). Per aiutare le tue piante a mantenersi belle nel tempo puoi adottare alcune acortezze sia prima dell’installazione che dopo.
–Evita di posizionare le tue piante stabilizzate a diretto contatto con la luce, quindi via libera anche ad ambienti molto luminosi, ma evita punti della stanza colpiti dai raggi diretti.
–Così come per la luce, tieni queste piante lontane dal calore diretto; termosifoni, camini, stufe tenderanno a non giovare alla loro resistenza nel tempo.
–Posizionale sempre in ambienti interni e mai all’esterno! Non sono infatti adatte a resistere alle variazioni di temperature e di condizioni meterologiche.
–Per togliere la polvere puoi trattarle con della semplice aria fredda e a bassa intensità (va benissimo anche il tuo asciugacapelli). Muovi delicatamente il flusso di aria dall’alto verso il basso ed il gioco è fatto… semplice no?!
piante stabilizzate e fai da te
Se hai un po’ di manualità e ti piace il fai da te, soprattutto se semplice, puoi personalizzare la tua casa ed i tuoi arredi anche da solo.
Acquistando infatti le singole piante stabilizzate potrai poi definire delle composizioni secondo i tuoi bisogni e le tue preferenze.
Ti basterà usare del silicone inodore per fissare le piante ad un supporto, o sulla superficie interessata, e creare quindi la tua composizione.
(foto Pinterest)
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Quando si definisce una camera da letto, molto spesso, soprattutto in ambienti non grandissimi, si tende a scegliere un armadio per riporre i propri vestiti e accessori. Non sempre però questa rappresenta l’unica soluzine, infatti, un’alternetiva di indiscusso e intramontabile fascino, è quella della cabina armadio, un’opzione che consente di razionalizzare gli spazi funzionali in modo concreto e pratico.
Da un punto di vista progettuale, inoltre, una cabina armadio permette di ridefinire dimensioni, forme e proporzioni di una camera da letto. Camere ad esempio troppo lunghe o dalle forme irregolari possono trasformarsi in ambienti più armonici e accoglienti grazie proprio alla rimodulazione spaziale.
Le dimensioni di una cabina armadio
Molto spesso si pensa che per creare una cabina armadio ci sia la necessità di avere a disposzioni stanze intere da adibire a tale funzione o comunque delle camere da letto molto grandi.
Ovviamente, poter contare su grandi spazi è una risorsa preziosa, ci permette, infatti, di creare cabine armadio comode ed estremamanete articolate, ma questo non vuol dire che ambienti più ristretti non possano comuque accoglierne una. Certo, sarà necessario avere a disposizione una definizione strutturale in grado di dare margine d’azione e almeno una parete completamente cieca, ma in linea di massima, se ci sono le condizioni strutturali, una cabina armadio può essere definita anche in soli 2 mq.
L’unica cosa alla quale si deve porre attenzione in realtà è la sua profondità. In generale si consiglia una profondità di almeno 120 cm, di cui massimo 60 per scaffalature, vani appendiabiti e cassettiere e 60 minimo per il passaggio. È il caso, ad esempio, di cabine armadio all’americana in cui le ante a filomuro una vola aperte rivelano dei vani abbastanza profondi da permettere di entrarci all’interno, oppure nel caso di camere piccoline in cui si vuole comunque ottenere una cabina armadio ma senza togliere troppo spazio al resto degli arredi.
Ovviamente più la profondità dello spazio aumenta, maggiori saranno il confort e le possibilità progettualistiche. Diciamo che per essere abbastanza comoda, con una sola parete adibita a cabina armadio potrai far affidamento ad uno spazio profondo almeno 150 cm di cui 90 cm per il passaggio.
Dove possizonare la cabina armadio
Tenuto in considerazione quanto detto fino ora, una cabina armadio potrebbe essere posizionata in vari punti della stanza, l’importante è che sia facilemente raggiungibile e che non ostacoli il movimento all’interno della camera.
Per rispondere a questi requisiti si potrebbero anche progettare sfruttando un angolo della stanza oppure lo spazio al disotto di un letto soppalcato.
Ma vediamo qui di seguito le collocazioni più frequenti all’interno di una camera da letto.
Cabina armadio di fronte al letto.
Questa disposizone è sicuramente tra le più diffuse. Offre viarie opportunità di gestione dello spazio nell’area fronte letto e si possono studiare diverse soluzioni.
Nel caso esposto qui, ad esempio, la definizione di una cabina armadio di fronte al letto, ha permesso di creare un’area guardaroba in uno spazio di difficile gestione, in una stanza dalle forme irregolari e che lasciava davvero poco spazio alla gestione degli arredi e alla loro collocazione. In più ha permesso di nascondere anche l’accesso al bagno privato che quindi ha acquistato maggiore riservatezza. In questo modo, il tramezzo di definizione della cabina ha consentito di posizionare anche un televisore di fronte al letto, e di ridefinire la forma della stanza.
Si può sfruttare la necessità di definire un bagno in stanza, per aggiungere una cabina armadio. In questo caso, ad esempio l’intervento si è basato su una ridistribuzione degli spazi strutturali dell’intero appartamento.
Si è quindi sfruttata la presenza degli scarichi di un secondo bagno presente precedentemente, per ridefinire un bagno privato e avere abbastanza spazio per far nascere una cabina armadio a ferro di cavallo. In questo mondo, ancora una volta la camera da letto è stata ulteriormente ridefinita riequilibrando gli spazi.
Nascondere il guardaroba è la motivazione più frequente quando viene richesta la cabina armadio.
Non volendo quindi delle armadiature è facile definire uno spazio dedicato al guardaroba, sfruttando poi il resto della stanza per creare un ambiente confortevole, accogliente, in cui potersi rilassare. Ecco che quindi una cabina armadio essenziale e poco ingombrante possa essere la risposta migliore a tali esigenze. In questo caso, La camera ha acquistato aspetto estetico, con una definizione minimale, lasciando spazio ad un’area dedicata esclusivamente al riposo e al relax.
Cabina armadio dietro al letto.
Quando le stanza lo permette, un’altra scelta possibile, è quella di posizionare la cabina armadio alle spalle del letto. Attenzione però, deve esserci abbastanza spazio nella stanza per collocare il letto e gli altri arredi, anche in relazione al posiozionamento di porta e finestre.
In una stanza stretta e lunga, potrebbe essere una soluzione quella di creare una cabina armadio sfruttando lo spazio alle spalle del letto. In questo modo sarà facile anche rieqilibrare i volumi e dare un aspetto più armonico alla stanza .
In questo caso, inoltre si è scelto di sfruttare una nicchia sulla parete di destra creando una scarpiera nascosta da una porta scorrevole esterna specchiata.
Come in questo caso, si può scegliere di lasciare a vista l’entrata della cabina, permettendo un passaggio più fluido all’interno del vano guardaroba e aiutandone anche l’areazione. In questo progetto specifico, poi, una maggiore areazione è stata assicurata anche da un muretto basso alle spalle del letto, sormontato da listelli di legno in grado di dar vita a delle feniditure da cui far passare l’aria.
Alle volte, è necessario connettere la cabina armadio non solo alla camera da letto, ma anche ad altre stanze, come il bagno o, come in questo caso, alla lavanderia. la committenza aveva bisogno di avere in stanza biancheria per la camera e di avere vani contenitori chiusi per esigenze personali, quindi di fronte al letto è stata comunque studiata un’armadiatura a ponte con vano per la tv, crando anche l’illusione di una camera dall’aspetto “tradizionale”. La cabina armadio, che è stata studiata in modo tale da ospitare una finestra al suo interno, risulta maggiormente concentrata sulle esigenze quotidiane e stagionali; è stata progettata sui due lati lunghi ospitando comparti per vestiti, cassetti, due scarpiere e specchio, mentre i due accessi laterali permettono un facile raggiungimento delle zone personali per ognuno dei due coniugi.
Anche nelle camerette può essere utile definire una cabina armadio. In questo caso, è stata presa in cosiderazione la definzione strutturale già presente che vedeva una rientranza parziale della parete. Piuttosto che sfruttare questo spazio per collocare il letto, si è optato per allargare la zona per definire proprio la cabina armadio, ed è stata creata un’area studio seminascosta, dando un aspetto minimale ed essenziale alla stanza, in cui il letto appare come elemento centrale. Questa volta, a chiudere la cabina armadio, un tendaggio leggero in lino fissato con un binario a scomparsa.
Cabina armadio laterale.
Seppur il posizionamento di una cabina armadio è più frequente davanti o dietro al letto, non è detto che siano le uniche opportunità. Si può scegliere quindi di sfruttare il laterale della stanza per creare una zona guardaroba.
Ad esempio, sfruttando la necessità di creare un’ampia zona studio per entrambi i coniugi e la volontà di mantenere parte degli arredi già presenti, è stato scelto di togliere l’armadiatura per definire l’area studio e di creare una cabina armadio posta lateralmente al letto , sfruttando anche la parte più bassa della stanza sottotetto.
In questo modo, è stata definita una cabina armadio con due ampie cassettiere già i possesso della committenza, creando poi due zone appendiabiti sormontate da mensole, in una definizione molto essenziale, ma in grado di rispondere a tutte le esigenze della committenza.
Ancora una volta la cabina armadio ridefinisce la stanza diminuendo il forte disequilibrio tra lunghezza e larghezza, mitigando anche la pendenza del soffitto e la percezione di chiusura suprattutto nella seconda metà della stanza.
Espresso desiderio della committenza è stato, in questo caso, quello di avere a disposizone una cabina armadio per la cameretta che fosse l’elemento principale della stanza. Dovendo dare, quindi, priorità alla cabina armadio piuttosto che al resto degli spazi funzionali, si è progettato un vano abbastanza comodo e ampio. Si è scelto, anche in questo caso, di lasciare a vista l’ingresso dando la possibilità di aprire agevolmente la porta finesta. Inoltre, con tale scelta, si è lasciato a vista l’ampio specchio, libero di ampliare la percezione dello spazio e di esaltare la luminosità dell’area, grazie proprio alla sua superficie riflettente. Una parete divisoria lasciata più bassa dell’alto soffitto, permetterà un’ulteriore passaggio dell’aria tra un’area e l’altra della camera. Inoltre, grazie al suo spessore, il tramezzo divisorio ha permesso la definizione di una nicchia laterale al letto che fungerà da piccola libreria e da “comodino”.
In questa stanza, data la posizione di porta e finestra e la volontà della committenza di ricavare una cabina armadio, è stato studiato lo spazio in modo tale da ricavare non solo un ampio vano guardaroba, ma anche un ambiente intimo per la zona notte. Il guardaroba, in questo modo, si presenta subito raggiungibile dalla porta di entrata della camera padronale. Una porta in vetro fumè a scorrimento esterno, e dettagli in metallo opaco, garantisce privacy all’interno della cabina armadio ma anche eleganza e raffinatezza. Internamente si presenta caratterizzata da un sistema di mensole, vani e cassettiere a vista, in metallo e legno di castagno, che consentono di riporre tutto facilmente ed avere libero e immediato accesso a quanto si necessita.
le varie disposizoni interne delle cabine armadio.
La definizione di una cabina armadio, come abbiamo visto, deve rispondere innanzitutto alle esigenze della committenza e alla natura strutturale della camera… ma all’interno come distribuire le strutture?
Il mio consiglio è sempre quello di partire dal domandarti e focalizzarti su cosa dovrà essere collocato al suo interno, quanti eventuali vani chiusi e/o cassetti dovranno esserci e se avrai bisogno di specchi, piani d’appoggio, isole interne (nel caso di cabine armadio dalle dimensioni generose), appendiabiti, poltroncine o sedute in generale. Solo analizzando le tue necessità potrai capire se dare priorità a vani per aste apendiabiti o a cassettiere o mensole.
A questo punto, si potrà procedere con andare a ipotizzare la distribuzione dei vani nello spazio.
Mentre una distribuzione particolareggiata degli elementi funzionali esprime necessariamente le personali esigenze di chi usufruirà della cabina armadio, per un posizionamento nello spazio, generalmente, si seguono degli schemi usuali, in base a capienza e forma della cabina, ma anche in base al punto di accesso e alla presenza di eventuali finestrature.
La tua cabina armadio potrà avere una
Distribuzione lineare.
Questo è il caso in cui tu abbia a disposizione un’ area stretta in cui sia necessario lasciare spazio sufficiente per il passaggio, o comunuqe nel caso in cui non si abbia abbastanza spazio per sfruttare anche la parete di fronte.
Distribuzione a “L”
Molto spesso, questa tipologia di definiizone di distribuzione degli arredi, è destinata a casi in cui due pareti su quattro siano dotate di aperture, oppure nel caso in cui sia necessario limitare l’ingombro per il passaggio ed il movimento all’interno della cabina armadio, o ancora, nel caso in cui si abbia la volontà di destinare il resto dell’area a sedute o ad altri elementi.
Distribuzione a ferro di cavallo.
Si può approcciare a questa distribuzione quando si ha la possibilità di garantire un’area centrale con un’ampiezza minima almeno di 60 cm. Ovviamente più ampio sarà lo spazio centrale e maggiore sarà il confort nel vivere questa’area e maggiore sarà anche la possibilità di arredarla con sedute o arredi centrali e accessori.
Distribuzione a pareti parallele.
Optando per lasciare uno spazio di passaggio confortevole, una cabina armadio potrebbe anche essere sviluppata occupando le due pareti laterali al vano di ingresso correndo, appunto, parallalamente. Generalente, questo permette di inserire uno specchio sulla parete di fondo oppure lasciare spazio ad una finestra, se presente. Ma questa potrebbe essere una soluzione idonea anche quando nella parete di fondo sia presente l’accesso al bagno o ad unl’atra stanza o nel caso in cui la cabina armadio si apra sulla camera da letto come nel caso sotto:
Le scelte stilistiche.
Lo sviluppo di una cabina armadio risiede non solo nella parte strutturale, ma anche in quella stilistica. Capire se vuoi tutto a vista, oppure se fanno per te maggiormente strutture solide con armadiature aperte (o chiuse), è solo il punto di partenza. Nonostante, infatti, stiamo parlando di qualcosa che il più delle volte, resterà nascosto e indipendente rispetto al resto della camera da letto, è assolutamente indispensabile per una massima resa estetica ed emotiva, che tu scelga con cura colori, finiture e materiali.
Accorda lo stile della tua cabina armadio con gli arredi della tua camera da letto, riproponendo anche solo qualche dettaglio, usa rivestimenti, colori o carta da parati per dare subito un tocco di personalità.
Scegli con cura materiali e colori di definizione dei vani interni, dal cartongesso, al legno, al metallo, ogni materiale saprà comunicare una specifica personalità alla tua cabina armadio.
Focalizzati sui dettagli come maniglie e pomelli, aggiungi un tappeto oppure una passatoia in pelo, negli ambienti più stretti, per regalare maggiore confort, oppure, ancora, posa la moquette.
Studia opportunamente anche il sistema di chiusura, dalle porte “classiche” a battente, alle porte a libro, oppure a scorrimento (sia interno che esterno), mentre puoi optare per i tentaggi se ami un risultato più confident. Ovviamente anche scegliere il materiale di realizzazione delle chiusure è fondamentale; dai vetri trasparenti a quelli fumè, acetati oppure decorati, ai legni, listelli e pannelli mdf verniciabili o rivestibili con la carta da parati o stoffa.
Nel caso di tentaggi sceglili morbidi e in tessuti naturali per un maggiore risultato confortevole o più strutturati per un effetto più ricercato.
Lo specchio dovrà sempre essere abbastanza grande da riflettere l’intera figura.
Potrai scegliere dei punti in cui inserire degli specchi aggiuntivi, magari ingrandenti utili per indossare gioielli e accessori. Inserisci ganci, appendiabiti, dettagli di decoro o, ancora, sedute comode e avvolgenti; tutto questo ti permetterà di vivere l’ambiente in maniera intima e personale.
L’illuminazione.
Fondamentale affinchè una cabina armadio sia frubile in maniera funzionale ed emotiva è curarne anche l’illuminazione.
Per una buona resa, dovrai modulare l’illuminazione in base alla forma e grandezza della tua cabina armadio, distribuendola su diversi piani di focalizzazione.
L’area dovrà innanzitutto contare su una buona illuminazione generale. La stanza, nel complesso, dovrà apparire ben illuminata in maniera diffusa, quindi parti sempre dall’ipotizzare una illuminzazione centrale che dia comunque un buon impatto visivo.
Che tu prediligga, ad esempio, strip led oppure lampadari o lampade a soffitto poco importa, l’importante è scegliere soluzioni in grado di diffondere bene e in maniera ottimale la luce, senza ostacolare il passaggio all’interno del vano guardaroba.
Illumina poi le macro aree funzionali. Infatti in base alla distribuzione degli arredi fai in modo che dall’alto nessuna zona sia all’ombra. Possono essere utilizzati, in questi casi, anche i faretti. L’importante è che l’illuminazione parta sempre dall’alto e che metta ben a fuoco le specifiche zone funzionali. Questo tipo di attenzione è utile soprattutto nelle cabine armadio di media e grande ampiezza, in cui la sola luce centrale non è sufficiente a raggiungere, appunto, le diverse macro aree.
Terzo livello di illuminazione è quello che si distribuisce sui microsettori della cabina armadio: appendiabiti, mensole, ma anche specchi o cassetti interni possono godere di una illuminazione specifica e altamente mirata che riesca a mettere in evidenza colori, stoffe e tutti quei dettagli importanti quando si sceglie un indumento oppure un accessorio.
Aspetto poi da tenere sempre in cosiderazione è la temperatura della luce. Ti consiglio ti optare per una luce naturale, in grado di far percepire in maniera più realistica possibile i colori di vestiti e accessori, soprattutto nel caso in cui non sia possibile far affidamento sulla presenza di finestre e quindi sulla luce naturale.
(Foto: Pinterest; disegni: Ri-Struttura)
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Eccoci qua! È arrivato il momento di scoprire insieme il colore Pantone che rappresenterà il nuovo anno!
Se ami i colori luminosi, allegri ma delicati e accoglienti … è decisamente il tuo anno!
Infatti il Peach Fuzz è tutto questo e molto altro! È un colore chiaro, dalle note romantiche, dolci e delicate. Porta con sè freschezza, ma allo stesso tempo quel tepore avvolgente che ti abbraccia e ti conforta.
Il suo significato psicologico
Questo è un colore che trasmetere note e percezioni intime derivate dalla sua natura multisfaccettata. Infatti, la sua particolarità, è che riesce a regalare sensazioni diverse che sanno mescolarsi sapientemente creando equilibrio emotivo.
È così che si riesce a connettersi intimamente con esso e con la sua naturalità.
Infatti, se da un lato l’impatto con questo colore ci porta a sperimentare entusiasmo ed ottimismo, sentendo tutta l’energia e la vitalità che porta con sè, dall’altra ci raggiungono immediatamente sensazioni di calma, candore, relax, invitando alla meditazione e a sperimentare dolcezza e tenerezza.
Questo è un colore che connette con l’amore, e con emozioni come fiducia e gratitudine. Insomma, se il tuo obiettivo è regalare tutto questo ai tuoi ambienti, e creare spazi dove prendersi cura di sè e coccolarsi può solo che essere un piacere e una grande opportunità, non hai che da scegliere dove e in quali proporzioni inserirlo (ti consiglio di guardare il video sulla regola del 60-30-10 , cliccando qui).
Come usarlo negli interni
La sua ricchezza percettiva, di cui abbiamo parlato fino ad ora, permette di utilizzarlo facilmente in tutti gli ambienti della casa, sposandosi perfettamente con ogni obiettivo funzionale, esaltando le caratteristiche di ogni elemento e di ogni spazio.
Ecco che quindi potrai inserirlo nella stanza per esaltarne la luminosità, rendendola gioviale e accogliente.
Anche definire spazi discreti ma con personalità, sarà facile grazie all’aggiunta di pochi e piccoli dettagli. Sarà il Peach Fuzz a dare carattere e a rendersi protagonista indiscusso della stanza.
È un colore, questo, che si presta non solo a diversi ambienti, ma anche a diversi stili.
Che tu scelga di utilizzarlo sulle pareti come pittura o rivestimento, oppure di inserirlo attraverso gli arredi o complementi, potrai dare facilemente personalità alla tua casa.
La sua esaltazione naturale, poi, passa attraverso la scelta di forme morbide, sinuose e tondeggianti, mentre regala freschezza e contemporaneità alle linee più rigide e minimali.
Come abbinarlo in casa
Se ti stai chiedendo come come abbinarlo in casa, ti darò alcuni suggerimenti utili.
Usalo:
Con il legno: questa è un’alleanza imbattibile. Che sia legno chiaro o scuro non importa, l’intero ambiente risulterà subito “casa” .
Seppur in grado di accordarsi con tutti i legni, prediligili freddi o rossicci, i primi esalteranno la freschezza del Peach Fuzz, i secondi daranno accento al calore di questo colore.
Ovvaimente valgono anche accostamenti con complementi in iuta, in corda naturale, in bambù e in paglia, o comunque con materiali lignei e naturali.
Con il verde: Se vuoi creare un abbinamento che sappia regalarti relax ed armonia emotiva, questo è il colore giusto.
Puoi scegliere diverse tonalità di verde, tutte ti daranno degli ambienti equilibrati e sapranno esaltarli.
Tonalità di verde più polverose o fredde ti daranno risultati soft e delicati. Tonalità più brillanti come il verde foresta, creeranno ambienti giocosi ed ergetici.
Infine, verdi intensi come il verde pino, ti permetteranno di esaltare il carattere e la profondità emotiva di una stanza.
Con il Blu: anche questo abbinamento saprà stupirti piacevolmente.
Il blu sa essere riequilibrante e meditativo, o rafforzativo e brillante, e con le sue caratteristiche accentuerà sia i fattori energizzanti che calmanti e rasseneranti intrinsechi del Peach Fuzz.
E tutto dipenderà dal tipo di blu che sceglierai, infatti potrai muoverti tra le diverse tonalità, dal turchese ai blu e celesti polverosi, fino a colorazioni più scure e profonde.
Con il grigio: Anche il grigio è un colore che si presta bene ad essere associato al Peach Fuzz, soprattutto se miri a creare ambienti in cui l’esaltazione dell’eleganza, della sofisticatezza e della calma sono l’obiettivo principale.
Associa il colore dell’anno a grigi chiari se vuoi esaltare la luminosità dell’ambiente, mentre, scegli grigi scuri se vuoi accentuare il carattere e dare maggiore definizione allo stile scelto.
Con il Bianco: Riesce ad esaltare facilmente qualsiasi colore. In questo caso è capace di dare accento alla purezza e al candore del Peach Fuzz, esaltandone ulteriormente la luminosità e creando spazi otticamente ampi, equilibrati, ordinati.
Puoi scegliere bianchi ottici e freddi per dare risalto al rigore che diventa però “giocoso” grazie all’introduzione del Peach Fuzz, oppure puoi usare bianchi più caldi per esaltare il senso di calore e accoglienza della stanza, senza bbandonare quel senso di luminosità e candore che si creano. Ovviamente valgono anche sfumature che virano verso l’ecrù, il corda e l’avorio.
Con i Rossi: Sbizzarrendoti con le tonalità e le diverse sfumature, puoi creare ambienti eclettici oppure sofisticati. Dal fragola al bordeaux, dal borgogna al mattone puoi scegliere l’abbinamento perfetto per la tua casa.
Con l’Arancione: Se sei alla ricerca di abbinamenti particolari fino a definire ambienti un po’ più “estermi” ed eclettici, usa l’arancione, saprà trasferire energia e forza visiva ai tuoi ambienti.
L’arancione infatti è il colore della creatività e che tu lo scelga come colore principale o voglia inserirlo solo in alcuni punti, il risultato sarà interessante, fantasioso e allegro.
Ottimo negli ambienti della zona giorno o negli studi, saprà stupirti.
Se vuoi equlibrare e mitigare l’effetto che questi due colori daranno all’ambiente, opta per inserire dei tocchi di verde. Se vuoi, invece, esaltarne l’effetto inserisci del bianco.
Per risultati estremamente eclettici associa questi due colori, con un blu, ad esempio, un fuxia, un viola o un giallo. (Questi colori sono validi anche come singole associazioni con il Peach Fuzz)
Con il Rosa: Insolito ma sicuramente d’effetto. Puoi usare diverse tonalità di rosa, da quelle più chiare e delicate, a quelle più decise e intense.
Per dare maggiore luminosità usa i rosa chiari, come il rosa confetto o similari. Questo darà anche maggiore risalto alla componente arancione del Peach Fuzz. Per enfatizzare la sua luminosità, invece, usa rosa “barbie”.
Il Peach Fuzz ed i metalli
Incursioni metalliche in corrispondenza di cucina e bagni, o che vanno a caratterizzare gli arredi, come sedie e mobili, sono in grado di definire e maggiorare gli effetti che questo colore ha sugli ambineti.
Acciaio e metalli cromati accentuano sicuramente la luminosità di questo colore e allo stesso tempo danno rigore all’ambiente.
Metalli, o finiture,come ottone e rame, non solo esaltano il calore dell’ambiente ma regalano atmosfere dalle note vintage o provenzali.
Metalli oro, invece, aiutano non solo a definire aspetti come luminosità e calore della stanza, ma aiutano a creare stili eleganti e di carattere.
Scegli invece di associare elementi con finitura in oro rosa se vuoi esaltare l’avvolgenza e la femminilità tipici del Peach Fuzz.
Qualche idea in più
Qui di seguito troverai una selezione di palette colori, in questo modo sarà più facile progettare i tuoi ambienti. Parti sempre da un colore principale, e quindi presente in maggior percentuale all’interno della stanza, e distribuisci poi gli altri colori in proporzioni sempre minori . Non importa che il Peach Fuzz sia il protagonista oppure sia presente in picocli accenni, il risultato sarà sempre un ambiente coinvolgente, accogliente, fresco e stimolante!
(Foto Pinterst)
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Quando ci si trova a dovere scegliere il tavolo per la cucina o per la sala da pranzo, spesso è facile sentirsi un po’ sopraffatti. Non sempre, infatti, è facile sapersi districare tra i vari modelli, finiture e dimensione e riuscire a capire quale tavolo possa davvero “star bene” nella nostra stanza. Al contrario, può anche capitare di fare una scelta affrettata senza considerare alcuni fattori e seguire esclusivamente le nostre inclinazioni personali. Il risultato? Ci si potrebbe trovare nella condizione di dover collocare un tavolo già acquistato e che risulti troppo grande o troppo piccolo, ad esempio, oppure dalla forma poco armonizzata o dai colori o finiture errate.
Ecco perché conosceremo e analizzeremo alcuni aspetti da non sottovalutare nella scelta del tavolo, in modo tale che risulti soddisfacente per noi ma che sia anche armonico rispetto al resto della stanza.
LA FORMA
Uno dei fattori che maggiormente influenza il selezionare un tavolo piuttosto che un altro è la sua forma. In commercio, potrai trovare tavoli quadrati, rettangolari, rotondi ed ovali.
Opzioni più particolari e generalmente personalizzate, possono poi completare il quadro generale, e mi riferisco a tavoli dalle forme irregolari o a foglia, o ancora triangolari, o che siano in grado di modificare la propria forma, una volta espansi.
Insomma, il mercato offre tantissime possibilità di scelta in grado di rispondere a diverse esigenze, sia funzionali che stilistiche.
LE DIMENSIONI
Secondo criterio di selezione, è rappresentato dalle dimensioni. Esistono diverse misure alle quali far riferimento e, tendenzialmente, in relazione alla loro forma, tutti i tavoli tendono a garantire uno spazio di superficie a seduta ( e quindi a persona) di circa 60 cm di lunghezza e di circa 40 cm di profondità.
In queso modo ogni commensale avrà uno pazio sufficiente per muoversi e mangiare in comodità e nel rispetto dello spazio personale altrui.
Ricordati che potrai trovare in commercio dimensioni differenti corrispondenti allo stesso numero di persone ospitabili, per scelte funzionali e di design.
CRITERI DI SCELTA
Se la forma e le dimensioni sono un fattore altrettanto basilare, così come il suo design, è altrettanto importante coniugare tutti questi parametri tra loro e considerare l’ampiezza dell’area a cui sarà destinato. Tenendo a mente questa regola potrai scegliere il tavolo giusto, ma soprattutto affrontare tale scelta in modo consapevole e sereno.
1.CORRELAZIONE TRA SPAZIO E DIMENSIONE DEL TAVOLO.
Come abbiamo appena detto, lo spazio in cui sarà posizionato il tavolo è qualcosa che dobbiamo tenere a mente, e direi che è prorpio il nostro punto di partenza per non commettere errori.
Ricorda, infatti, il tavolo dovrà risultare proporzionato. Per aiutarti in questo, tieni anche a mente che il tavolo dovrà rispettare delle distanze minime sia da elementi strutturali, che dagli arredi.
Quindi, ad esempio, mentre in prossimità di una parete o di un mobilio, come ad esempio una consolle, una distanza minima di 70 cm potrebbe risultare sufficiente, nel caso della presenza di un divano, consiglio di lasciare uno spazio non inferiore al metro.
In cucina, laddove il tavolo sia posizionato vicino ad una penisola o ad un’isola, consiglio di lasciare almeno 120 cm; 135 cm se il tavolo è collocato vicino agli elementi base della tua cucina.
Essitono ovviamentedei casi in cui il tavolo possa essere posizionato o attaccato al muro, o in contatto con l’isola o la penisola della cucina. In questi casi, ovviamente si dovrà semplicemente rispettare la regola di distanza che meglio si presti a garantire un comodo passaggio in corrispondenza degli altri lati del tavolo.
In questo modo sarà anche più seplice capire le dimensioni massime che il tuo tavolo potrà avere. Nel caso in cui lo spazio non ti permetterà di scegliere un tavolo che soddisfi le tue esigenze in fatto di posti a sedere, potrai sempre optare per tavoli allungabili, ad esempio, che all’occorrenza possano avvicinarsi maggiormente ai tuoi bisogni, ma che mantengano negli altri momenti della giornata dimensioni equilibrate.
2.CORRELAZIONE TRA SPAZIO E FORMA del tavolo.
Una volta studiati il punto di collocazione e le dimensioni massime del tuo tavolo, sarà più facile capire se potrebbe maggiormente fare al tuo caso un tavolo rotondo, quadrato, rettangolare, ovale…etc. Questo perchè la forma di un tavolo influisce sulla spicologia della percesione dello spazio, definisce equilibrio visivo e funzionale.
Nel caso di pareti oblique e di spazi irregolari, ad esempio, sarà possibile dare armonia e proporzione tramite un tavolo rotondo. Inoltre, i tavoli di questa tipologia ti permetteranno di recuperare spazio, in quanto meno ingombranti. Quindi un tavolo rotondo occuperà meno spazio portando lo stesso numero di posti a sedere rispetto ad un tavolo rettangolare della stessa portata, ponendosi come altra ottima soluzione per ambienti piccoli. Ottimo anche nel caso in cui questo debba essere posizionato nell’angolo tra due pareti della stanza.
In questo ultimo caso, si potrebbe anche scegliere un tavolo quadrato, che come quello rotondo, tende a favorire la convivialità tra i prenseti. Ottimo anche nel caso in cui una divisione mentale dello spazio sia necessaria per riequilbrare le proporzioni, offrire rigore e minimalismo, e per definire proprio una suddivisione delle aree funzionali, come negli open space.
Il tavolo ovale ti permetterà di avere tutti i vantaggi emotivi e strutturali di un tavolo rotondo, e come quest’ultimo, potrai contare sull’assenza di spigoli. Avrai la possibilità di sfruttare lo spazio in lunghezza offrendo sempre linee molto eleganti e discrete. Sicuramente è più adatto e riesce meglio ad enfatizzare ambienti più grandi, ma non senza eccezioni, dove sarà invece necessario prorpio sfruttare la lunghezza mantenedo però morbidezza e sinuosità visive.
I tavoli rettangolari si prestano ad essere posizionati o in ambienti ampi e regolari, o dove è necessario garantire rigore nelle linee di ingombro, ma sono anche quelli più adatti ad essere posizionati adiacenti ad una parete o ad un arredo.
3. CORRELAZIONE TRA AMBIENTE ED ESTETICA
Ovviamente anche l’estetica è un fattore che non può essere lasciato indietro.
Il tavolo giusto dovrà, nel suo design, nelle finiture e/o nel colore, essere coerente con il resto dell’ambiente circostante, e andrà ad esaltare lo stile scelto per la tua cucina o la tua zona pranzo. Questo non vuol dire che dovrà necessariamete ricalcare lo stile degli altri arredi, ma che dovrà semplicemente creare una “scena” armonica d’insieme. Via libera, quindi, anche a contrasti, ma che siano equilibrati e contestualizzati.
Quindi dovrai sceglierlo in modo tale che non vada né a sparire né a sovrastare l’ambiente, regalando personalità e carattere distintivo all’area a lui destinata, enfatizzando al contempo gli altri arredi.
Ogni particolare o caratteristica distintiva può fare la differenzala, quindi accertati che gambe, decori, materiale, spessore del piano, etc. , siano davvero in equilibrio tra loro e con la stanza.
A questo punto non c’è che da correre a scegliere il tavolo giusto per te e la tua casa!
Quando si pensa alla scelta della luce è molto probabile che si tenga in considerazione un’inclinazione personale, che porti a scegliere una luce fredda o calda assecondando i propri gusti… ma ti sei mai chiesto perché esistono diversi tipi di luce?
Nella progettazione degli spazi la luce gioca un ruolo fondamentale nella resa ottimale spico-fisica di un ambiente.
Questo si traduce in capacità di vedere in modo appropriato un dato ambiente e di viverlo in modo confortevole, in base alla sua funzione, ma anche di definirlo in modo appropriato, esaltandone forme, colori, texure e finiture, enfatizzando la sua percezione emotiva.
Quindi diversi ambienti e aree funzionali possono essere correttamente illuminati attraverso diverse tipologie di luce.
Quanti tipi di luce ci sono?
Spesso si è abituai a pensare al colore della luce considerando solo due varianti: la luce calda e quella fredda.
In realtà tra queste due tipologie esiste quella di temperatura “neutra“, una luce molto simile a quella naturale e tendente al bianco.
Come si riconoscono le diverse tipologie di luce?
Sicuramente la prima cosa utile per riconoscere una tipologia di luce è l’impatto visivo… le luci calde hanno una colorazione virante verso il giallo-arancio, mentre quelle fredde hanno una colorazione bianca-blu.
Un altro metodo più “tecnico” è quello di controllare i gradi Kelvin, che appunto misurano la temperatura di colore della luce.
Maggiore sarà il numero di gradi kelvin e più ci si avvicinerà alla luce fredda, al contrario, naturalmente, si andrà verso una luce più calda, passando per una luce neutra.
In generale, si considererà la luce come calda a partire dai 3300 K . Scendendo di gradazione si avrà una luce sempre più calda, a salire si arriverà ad una luce neutra che verrà considerata tale fino ai 5300-4000 k, per passare poi ad una luce sempre più fredda.
Perché affidarsi a gradazioni differenti di luce?
Abbiamo già accennato al fatto che una buona illuminazione permette di vivere in modo adeguato e soddisfacente un dato ambiente, ma cerchiamo di capire perché.
La percezione di un dato colore è data dalla capacità di quel determinato oggetto, o superficie, di riflettere e di assorbire la luce.
Ed è anche la stessa natura della luce a contribuire ad un effetto visivo specifico. Questo significa che un oggetto, o una superficie, potranno essere percepiti in modo diverso a seconda del tipo di luce che li raggiungerà. Condizioni differenti di illuminazione daranno un risultato percettivo ed emozionale diversi, anche dell’intero ambiente.
(foto Pinterest)
Quindi trovandoti di fronte alla necessità di scegliere una data temperatura di luce tieni sempre in mente quale effetto visivo vorrai raggiungere.
Quale tipo di luce scegliere per i tuoi ambienti
Se è vero, che la luce e la sua temperatura sono fattori così importanti, é altrettanto vero, scegliere la luce giusta per ogni ambiente. E per fare questo, la cosa più semplice sarà quella di tenere a mente le caratteristiche emozionali delle diverse temperature di luce. Infatti mentre la luce calda tende a trasmettere confortevolezza e relax, la luce fredda è notevolmente stimolante nei confronti della concentrazione e della produttività. La luce neutra invece, ha in sé caratteristiche dell’una e dell’altra tipologia di luce, permette di trasmettere agli ambienti calore emotivo e di facilitare l’attenzione.
In linea di massima quindi, sarebbe opportuno scegliere una luce calda in tutti quei punti della casa in cui è necessario conferire un’atmosfera accogliente e confortante, come la camera da letto oppure il soggiorno, ad esempio. In stanze come il bagno o la cucina è importante focalizzarsi almeno in alcune zone specifiche, su una luce funzionale, come quella fredda, oppure optare per una luce neutra, adattissima anche in zone come corridoi ed ingressi.
Attenzione però, perché in realtà queste sono solo delle indicazioni di base che generalizzano alquanto l’utilizzo di una determinata tipologia di luce. Molto spesso infatti potresti trovarti nella condizione di dover ragionare per microaree funzionali piuttosto che per stanze uniche. Nel soggiorno infatti potresti, ad esempio, scegliere una luce neutra generale e in aree come quella del divano, preferire una luce più calda. Stessa cosa per un bagno dove potresti optare tranquillamente per una luce calda in zone come la doccia, e poi in corrispondenza dello specchio scegliere una luce neutra o fredda. Senza poi contare che nella scelta della luce gioca un ruolo fondamentale anche lo stile di arredo scelto… un ambiente con arredi ad esempio moderni oppure minimali, con colori a predominanza freddi, potrebbe essere maggiormente enfatizzato da una luce che può variare dal freddo al neutro, mentre per stili più caldi con predominanza di legno e tessuti naturali, potrebbe adattarsi meglio una luce calda o al massimo naturale.
(foto Pinerest)
La luce naturale, come incide nella scelta della luce?
Altro fattore da non sottovalutare mai è la luce esterna, quella naturale, che è la prima fonte di illuminazione di un ambiente.
È importante infatti partire proprio da questa per definire una illuminazione artificiale ottimale e davvero funzionale mirata all’esaltazione di una stanza e del suo utilizzo.
Infatti un ambiente ben illuminato dalla luce esterna, avrà necessità di una sola luce accessoria, focalizzata, ad esempio, in punti in cui si necessiti di concentrazione o che serva soltanto ad illuminare nelle ore serali senza essere troppo invadente. Al contrario un’area scarsamente raggiunta dalla luce esterna avrà necessità di una progettazione illuminotecnica mirata a compensare ogni deficit di base e a rispondere, quindi, alle diverse esigenze funzionali ed emotive che si vadano a presentare durante le diverse ore della giornata.
La luce dinamica
Non si può parlare delle temperature della luce senza parlare della luce dinamica. In commercio esistono lampade, lampadine e strip LED in grado di passare gradualmente per le diverse temperature di luce adattandosi alle differenti esigenze di vivere un dato ambiente durante la giornata. La luce dinamica, quindi, facilita la progettazione luminosa di un dato ambiente, regalando una flessibilità e un’autonomia notevolmente preziose.
Un consiglio in più: Opta per una illuminazione che non solo sia dinamica, ma anche dimmerabile (qui puoi scoprire meglio cos’è) in questo modo il controllo sulla tua illuminazione sarà totale!
Parliamone!
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È una scelta che sempre più caratterizza la ristrutturazione di un bagno o la sua definizione, e se ti stai chiedendo se sia davvero una scelta vincente vediamo insieme perché farsi influenzare da dubbi e false critiche non è la cosa migliore.
Innanzitutto…
In quali casi è vantaggioso inserire progettualmente una finestra all’interno del box doccia?
In prima battuta direi che scegliere di servirsi dell’area davanti ad una finestra per definire un box doccia, permette di avere la possibilità di utilizzare spazio altrimenti non sfruttabile e di ottimizzare il posizionamento di sanitari e arredi.
Inoltre, in questo modo, il bagno potrebbe facilmente apparire più ampio, proporzionato ed equilibrato.
Questa poi è una soluzione che si presta notevolmente in bagni stretti e lunghi, quadrati oppure di piccole dimensioni in generale, come i bagni di servizio, dove la percezione può apparire migliorata, sfruttando davvero tutto lo spazio a disposizione e, cosa molto importante, evitando, eventualmente, un’areazione forzata.
Un altro vantaggio è quello di poter definire un box doccia più grande, alle volte di molto, rispetto a quello realizzabile attraverso scelte di progettazioni differenti.
Condizione necessaria, sono poi le pareti di definizione del vano doccia in vetro, eliminando così impedimenti visivi, ed esaltando la luminosità della stanza.
In conclusione, direi che perseguendo questa scelta, il bagno potrebbe davvero guadagnare in praticità e armonia funzionale e visiva.
Come rendere davvero funzionale un vano doccia con finestra al suo interno?
Ci sono solo poche accortezze da seguire in questo caso. La prima, e sicuramente la più importante, è quella di scegliere gli infissi giusti. Infatti la paura maggiore per chi ha dubbi nello scegliere questo tipo di soluzione, è quella che le finestre possano facilmente rovinarsi.
Ma installando finestre in alluminio, in metallo, o in PVC non ci saranno assolutamente rischi di danneggiamenti sia estetici che funzionali. Opzionando poi le finestre con aperture a vasistas, potrai ulteriormente rendere più pratico e funzionale l’uso della finestra stessa.
Sceglile, poi, con superfici lisce in modo tale da permettere all’acqua di scivolare facilmente e di non ristagnare.
E se le finestre fossero in legno? Nessuna paura, basterà, ad esempio, installare delle tende idrorepellenti o dei pannelli in vetro che possano essere richiusi sulla finestra all’occorrenza, e che possano anche impedire la visione dall’esterno del tuo bagno.
Un altro accorgimento utile, è quello di optare per la definizione di una nicchia nella quale incassare la finestra. Questo la proteggerà dal getto diretto dell’acqua.
Per proteggere la tua privacy, inoltre, basterà o mettere in atto gli accorgimenti già descritti sopra, come una tenda oppure un vetro richiudibile, oppure semplicemente potrai scegliere per la tua stessa finestra vetri satinati o acidati.
Rimanendo, poi, sempre in tema “tende”, ottime soluzioni possono essere le tende a rullo o le veneziane, che in alcuniserramenti sono già inseriti internamente, tra un vetro e l’altro.
E per bagni in mansarda o in soppalchi?
Anche in questo caso potrai avvalerti di una finestra in doccia… spostandola in alto! In questo modo otterrai un box doccia suggestivo e di carattere. Il consiglio è quello di creare un box doccia con parete in vetro apribile o di progettarlo in modo tale da garantire un buon flusso di aria che possa muoversi all’interno dell’intera area e non rimanere bloccato nel vano doccia.
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